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Il dramma di Cutro, rabbia e solidarietà a Crotone: "Siamo tutti uguali" VIDEO

Ci sono donne e uomini di tutte le età davanti al cancello di ingresso del Pala Milone a Crotone. Tra le mura di un palasport qualunque giacciono le bare delle oltre 60 vittime del terribile naufragio di Steccato di Cutro di domenica scorsa. A pochi metri l'ospedale dove sono ricoverati i 16 superstiti, tra cui un adulto in rianimazione e sei bambini (tutti sotto i 12 anni).

Davanti al Pala Milone è un via via di macchine e di persone. L'accesso al palazzetto è (quasi) off-limits: una distesa di fiori e una serie di striscioni e cartelli di solidarietà compaiono sull'erba che fa da spartiacque tra l'ingresso e il marciapiede. Sono in tanti a lasciare dei fiori, dei lumini, a soffermarsi per curiosare e/o chiacchierare, a trascorrere qualche minuto di preghiera in silenzio. Ci sono due insegnanti pugliesi residenti a Crotone da anni, c'è un giovane disabile che nel suo silenzio non si da pace per ciò che è accaduto, ci sono tante donne ed anziani. E poi ci sono loro: i pakistani, soprattutto, parenti e non, a fermarsi e a parlare con noi operatori della stampa.

Un sentimento di delusione, misto a rabbia per ciò che poteva essere e che non è stato. Per i soccorsi mancati e per l'ennesima tragedia. Ma il senso comune della gente di Crotone viaggia su un unico e preciso binario: la solidarietà incondizionata verso queste persone che hanno perso la vita a pochi passi dal traguardo, con quella meta mai raggiunta nonostante l'obiettivo fosse stato quasi agguantato. Parole di solidarietà soprattutto nei confronti dei più piccoli che hanno perso la vita dinanzi a queste ennesima tragedia nelle acque del Mediterraneo.

Nel video le voci raccolte davanti al Pala Milone di Crotone.

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