È iniziata la missione calabrese della ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina. La titolare del dicastero ha presieduto un tavolo all'Ufficio scolastico regionale a Catanzaro, nel corso del quale si è discusso della situazione delle scuole calabresi in vista del ritorno tra i banchi a settembre. Carenze strutturali ed esigenze di personale al centro del tavolo al quale hanno partecipato il direttore generale dell'Usr Maria Rita Calvosa e l'assessore regionale alle Infrastrutture Domenica Catalfamo, titolare anche della delega all'Edilizia scolastica.
"Agli studenti e alle loro famiglie il messaggio che voglio dare è di impegnarsi, lavorare". Lo ha affermato il ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, questa mattina a Catanzaro, parlando con i giornalisti a margine di una riunione con le autorità scolastiche calabresi.
"Io - ha poi aggiunto Azzolina - sono molto orgogliosa di quello che hanno fatto durante il periodo della didattica a distanza, così come per i docenti, i dirigenti scolastici e in generale tutto il personale scolastico. Penso che - ha concluso il ministro - l’impegno di tutti, remare e andare tutti verso la stessa direzione salverà la scuola".
"Il problema è atavico, sappiamo benissimo che ci sono gli spostamenti, le assegnazioni provvisorie, anzi noi abbiamo fatto la mobilità quando tutti ci avevano sconsigliato di farlo e invece è stato un grande successo, perchè tanti ritorneranno al Sud a lavorare". Lo ha rilevato il ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, a Catanzaro, rispondendo a una domanda dei giornalisti sulla problematica degli insegnanti del Sud trasferiti in altre regioni.
"Auspico che ci sia la massima collaborazione territoriale", dichiara la Azzolina. Al tavolo, introdotto dalla dirigente dell’Ufficio scolastico regionale, Maria Rota Calvosa, partecipano, tra gli altri, l’assessore regionale all’Istruzione, Sandra Savaglio, il sindaco e presidente della Provincia di Catanzaro, Sergio Abramo.
In Calabria, ha spiegato Azzolina parlando con i giornalisti a margine della riunione, "i problemi sono gli stessi che stiamo affrontando su tutto il territorio nazionale. Ho visto anche delle esperienze molto belle di scuole calabresi, ero già venuta qui come sottosegretario. Comunque ci sono problemi che riguardano tutta la nazione, non riguardano solo la Calabria. A me interessa capire i fabbisogni dei singoli territori, in termini di organici e di arredi, confrontarci soprattutto con gli enti locali e con gli Uffici scolastici regionale e provinciali. Per questo auspico che ci sia la massima collaborazione territoriale, perchè - ha sostenuto il ministro dell’Istruzione - se andiamo tutti dalla stessa parte, se remiamo tutti dalla stessa parte, noi la scuola la riapriamo a settembre, in sicurezza come già detto".
Per la Azzolina, inoltre, "le situazioni sono molto variegate. Ci sono scuole del Sud d’eccellenza, come si trovano al Nord, e scuole un pò più in difficoltà al Nord che non al Sud. Si pensi che durante il periodo della didattica a distanza abbiamo fatto dei gemellaggi tra scuole che erano più avanzate e scuole che non lo erano, ma - ha concluso il ministro dell’Istruzione - situazioni di eccellenza si trovano al Sud come al Nord".
Alcune precarie della scuola hanno atteso l'arrivo della ministra all'Ufficio scolastico regionale, per protestare in merito alla propria situazione. "Siamo qui - hanno spiegato le insegnanti - perché alcune di noi, nel 2001, sono state inserite nel Gae con riserva attraverso un decreto del presidente Scalfaro per cui il diploma fu riconosciuto come abilitante. Per questo quando siamo state escluse abbiamo fatto ricorso. Ricorso fatto anche con i sindacati di cui la ministra Azzolina faceva parte. Oggi 10mila sono riusciti ad ottenere giustizia entrando in graduatoria, altre, ben 55mila in tutta Italia sono rimaste fuori e questo per un principio di uguaglianza non può essere consentito".
Accanto alle insegnanti della scuola primaria e dell'infanzia, era presente una della delegazione di ex Lsu, un tempo dipendenti di una ditta di pulizie, alcune delle quali sono state internalizzate e per questo costrette a trasferimenti in altre regioni. "Io - ha detto una di loro - ho quasi 61 anni, lascio un marito malato di cuore sotto cura e alla mia età non è giusto. Alcune di noi non sono nemmeno state assorbite e stanno attendendo dopo oltre 20 anni di lavoro di essere internalizzate per essere mandate chissà dove, nonostante qui in Calabria, a Catanzaro, i posti per la nostra categoria siano vacanti". Entrambe le delegazioni hanno consegnato allo staff del ministro una lettera che contiene i punti fondamentali della loro protesta.
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