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Giornata contro la violenza sulle donne, video dell'Iti “Russo” di Nicotera

Un semplice video per denunciare i numerosi casi di violenza di genere, dicendo “No” a tutte quelle relazioni che uccidono, alla perpetrata violenza contro le donne, ai quotidiani femminicidi. Il visual storytelling “Cicatrici” realizzato in occasione della Giornata per l'eliminazione della violenza contro le donne, dagli studenti della classe IV A dell'Iti “Russo” del dirigente scolastico Marisa Piro, raccoglie numerosi scatti ideati dagli stessi ragazzi “perché – affermano – si può imparare a dire No e noi lo urliamo attraverso le immagini del video accendendo i riflettori su un fenomeno oggi in costante aumento”. L’incremento dei numeri, secondo gli alunni coordinati dalla professoressa Anna Maria Tedesco, è da ricercare, anche, nella situazione di reclusione ed isolamento che la pandemia porta con sé, molte donne, infatti, sono state costrette a casa, in uno dei luoghi dove maggiormente si consumano situazioni di violenza psicologica e fisica. “L’idea di affidare alle foto il potere di raccontare una storia – dichiarano – è stata fortemente voluta da noi in quanto crediamo fermamente che un’immagine trasmetta molto di più di una parola perchè ha il potere di evocare significati, emozioni, sentimenti e ricordi e di farlo in modo molto semplice ed immediato senza sovrastrutture”. Le foto presenti nel video non presentano didascalie perché, per gli autori, il messaggio veicolato dalle immagini deve essere nitido ed efficace e non ha bisogno di essere rafforzato dalle parole. “Abbiamo affidato – affermano gli autori – proprio alle capacità fabulatorie delle immagini la forza di raccontare il nostro imperioso no alla violenza sulle donne. Il video vuole fare riflettere su quelle conseguenze che raramente vengono percepite all’esterno. Il titolo racconta quelle cicatrici visibili e invisibili. Ferite che si cicatrizzano lasciando segni. Sono lì, visibili, tatuaggi indelebili che testimoniano ciò che è diventata la vita di molte donne. Una devastazione che sintetizza ansia, disperazione, impotenza, depressione, morte”. In un tempo di incertezze, per gli alunni diventa fondamentale la sensibilizzazione. “Questo lavoro – affermano – condanna il grave fraintendimento concettuale in cui spesso le donne vittime di stupri incorrono, ovvero il luogo comune purtroppo ancora diffuso di aver provocato l’assalitore con un abito o un atteggiamento, riportando così l’attenzione sui veri colpevoli di questi atti. Perché la violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci”.

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