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Catanzaro, l'arcivescovo Maniago incontra le autorità civili e militari alla Basilica dell'Immacolata VIDEO

«Da oggi i comuni della Diocesi di Catanzaro-Squillace e i suoi amministratori possono contare su un cittadino in più che ne ha a cuore le sorti e lealmente si impegna a caratterizzarne il volto, secondo quel tratto umanistico che il Vangelo propone e che la Chiesa offre a tutti in una sapienza di vita e una operosa testimonianza solidale; è una sapienza che non si appoggia su una ideologia ma sull'esperienza viva dell'incontro con la persona di Gesù che ci cambia e ci rende nuovi». Lo ha detto l'Arcivescovo Metropolita di Catanzaro-Squillace, Claudio Maniago, nel saluto alle autorità civili e militari nella cerimonia che si è tenuta nella Basilica dell'Immacolata. «Signor Sindaco, Le sono molto grato - ha esordito il presule - per questo incontro con cui mi accoglie in questa terra e per le parole che mi ha voluto indirizzare. Grazie che estendo ai sindaci degli altri comuni della Diocesi del cui pensiero Lei si è fatto interprete. Ringrazio anche per la loro presenza, che mi onora, le altre autorità civili e militari. Sono consapevole che a motivare questo incontro c'è assai più della cortesia istituzionale, per quanto avvalorata da una felice e antica consuetudine e da un chiaro e autorevole riferimento giuridico (il Concordato dell'1984), che circa i rapporti tra la comunità civile e quella ecclesiale afferma che "lo stato e la chiesa sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani" e insieme impegnati "alla reciproca collaborazione per la promozione dell'uomo e il bene del Paese". C'è di più, cioè la storia e la tradizione di un popolo che non intende il Vescovo come un intruso, un estraneo, un forestiero (anche se viene da lontano), ma parte di esso, fratello nella carità di Cristo, un padre spirituale, un promotore dell’unità morale, un difensore dei deboli, il successore degli Apostoli, dunque il primo annunciatore del Vangelo che lega la Chiesa di Catanzaro-Squillace alla genuina predicazione apostolica. Cosi sento di essere accolto e così vengo per impegnare la mia vita secondo il mandato del Santo Padre e, attraverso di lui, del Signore stesso. Di questo popolo, Signor Sindaco, mi riprometto di essere servitore offrendo alle istituzioni civili ogni possibile collaborazione, nel rispetto dell’autonomia e degli ordini. La situazione di fatica e di crisi che sta vivendo il nostro Paese non può non avere ripercussioni anche in questa terra, sottoponendo la nostra gente e in particolare i nostri giovani e le nostre famiglie a prove e sofferenze, che troppo spesso non vengono premiate rendendo vane e infruttuose tante splendide potenzialità».

«L'annuncio e la testimonianza di questo incontro - ha concluso Maniago - è ciò che la Chiesa ha di più proprio e ciò che da fondamento al nostro impegno e servizio per la società civile. Mi impegnerò ad amare questa terra con amore intelligente, solidale, operoso e riconoscente verso Dio. Con questi sentimenti e questi propositi, che chiedo siano sostenuti dalla Grazia di Dio e dalla collaborazione di tutti voi, inizio il mio ministero in questa santa porzione del Popolo di Dio che è in Catanzaro-Squillace, sentendomi già accolto dalla Sua e dalla Vostra benevolenza che contraccambio di vero cuore. Grazie».

Il saluto del sindaco Abramo

"La città di Catanzaro le dà il benvenuto con un ideale, ma caloroso abbraccio. Purtroppo la pandemia, la crescita dei contagi, la costante preoccupazione che ci accompagna da ormai due anni, non ci consente di accoglierLa come avremmo voluto e come Lei stesso, Monsignor Maniago, avrebbe meritato. Ma si accorgerà, col passare dei giorni, quanto questa città sia capace di trasmettere la propria umanità, sappia accogliere e integrare. Potrà capire direttamente l’affetto che i catanzaresi, figli di una città devota a San Vitaliano e all’Immacolata, provano per la Diocesi che giusto l’anno scorso ha tagliato il traguardo dei 900 anni dalla sua fondazione.  Nove secoli di storia, amore e passione, di promozione e tutela dei valori cristiani che rappresentano, ancora oggi, un fondamentale punto di riferimento morale per chi, come me, agisce nella sfera pubblica, ma anche per tutti quelli che li coltivano nella sfera privata.
In un momento solenne come questo, ritengo doveroso ricordare il primo Arcivescovo dell’unificazione ufficiale fra le diocesi di Catanzaro e Squillace, Monsignor Antonio Cantisani, scomparso da nemmeno un anno: sui Tre colli ha lasciato un segno indelebile che nessuno può e vuole dimenticare incidendo quel solco che è stato poi seguito dai suoi successori, Monsignor Antonio Ciliberti e Monsignor Vincenzo Bertolone, con i quali ho avuto l’onore di collaborare.  A fine novembre, cioè da quando Sua Eccellenza è stata nominata da Papa Francesco quale nuova guida pastorale delle nostre comunità, Catanzaro e i catanzaresi hanno atteso con trepidazione il momento del Suo insediamento.
Mi ha colpito la dichiarazione che Lei ha inviato appena saputo di essere diventato Arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace: quando sottolinea che “vuole spendersi con tutto il cuore per camminare insieme in questo tempo di grandi prove e grandi opportunità”, sembra riassumere, in poche parole, quello che i catanzaresi hanno fatto nell’ultimo, durissimo biennio.
Monsignor Maniago, nei mesi scorsi Lei ha evidenziato quanto la pandemia ci abbia scosso e provato, invitando a ritornare a ciò che è essenziale, all’autenticità per coinvolgere i giovani, ma anche a essere coraggiosi per affrontare in modo nuovo le sfide che la vita ci pone davanti. Credo che messaggi del genere siano i migliori possibili in tempi difficili come il nostro.
Lei, Eccellenza, ha anche richiamato i tanti nodi che fanno male alla nostra terra – le povertà, le ingiustizie, le sofferenze -, che vanno affrontate insieme, collaborando, condividendo, partecipando.
Le Istituzioni che ho l’onore e l’onere di dirigere, da sindaco e presidente della Provincia, hanno sempre messo in campo una sinergia preziosa, positiva e produttiva con l’Arcivescovado.
Sono sicuro che sarà così anche sotto il suo Altissimo magistero, cominciato con un gesto concreto e bellissimo come è stato l’incontro con i giovani e gli operatori del Centro Calabrese di Solidarietà, una delle più importanti e attive realtà del sociale non solo di questo territorio, ma di tutta la Calabria.
Vedrà che a Catanzaro sono numerose, e tutte meritevoli di attenzione, le realtà in cui le persone si rimboccano le maniche per aiutare le persone più bisognose, gli ultimi.
La vitalità della Caritas, delle associazioni, delle parrocchie, dell’ampio mondo del volontariato ha sempre dimostrato quanto grande sia la voglia dei catanzaresi di contribuire al bene della comunità. Siamo un popolo che non sa stare con le mani in mano, che ha fede e la mette in pratica giorno dopo giorno.
In terre complicate come la nostra, che già scontano un pesante scarto rispetto al resto del Paese, l’impegno dei singoli non basta mai, i problemi non si risolvono dalla sera alla mattina, ma vedrà quanto questa comunità, coesa e aperta, sarà disponibile alla scoperta quotidiana e all’arricchimento reciproco".

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