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Ruoli, uomini e affari
della cosca di Ariola

ariola

Un’organizzazione su “scala ridotta”, ma non per questo meno efficiente e sanguinaria. L’inchiesta “Light in the woods 2” traccia i profili e indica i ruoli dei dieci presunti componenti. A iniziare dal “cervello” del gruppo, ovvero Bruno Emanuele, di 40 anni, il quale avrebbe mosso i fili del locale di ‘ndrangheta di Ariola di Gerocarne soprattutto lungo le piste della marijuana, non disdegnando di tanto in tanto la programmazione, la pianificazione e l’esecuzione di omicidi. In particolar modo quando i conti da regolare riguardavano la supremazia sul territorio e, quindi, gli affari e le casse del gruppo. L’avviso di conclusione delle indagini – notificato agli indagati a stretto giro di tempo dalle ordinanze di custodia cautelare – fornisce un quadro chiaro di quello che, a parere degli inquirenti (le indagini svolte dalla Mobile di Catanzaro sono state coordinate dal sostituto procuratore generale Marisa Manzini, in regime di applicazione alla Dda) è l’organigramma del locale di ‘ndrangheta di Ariola a capo del quale, appunto, viene
collocato Bruno Emanuele (difeso dagli avv. Giancarlo Pittelli e Vincenzo Galeota) il quale, oltre a comandare a Gerocarne avrebbe prestato la “propria opera” di killer ai Forastefano, regolando per loro conti nel Cosentino.

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