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Sparatoria nel traffico:
la versione dei Comità

comità

Il figlio che è stato bloccato con in mano la pistola ancora fumante, ha negato di aver agito con premeditazione; il padre accusato di concorso col figlio di tentato omicidio, ha detto che lui non sapeva affatto che il giovane avrebbe sparato: «gli ho urlato di non farlo», ha sostenuto davanti agli investigatori. Così si sono difesi durante gli interrogatori di giovedì, Vladimiro ed Elio Comità, i due allevatori di 26 e 60 anni, arrestati dopo la sparatoria di giovedì mattina che ha avuto come teatro il centralissimo viale antistante il Tribunale. Qui, in un tratto di Corso Mazzini, in mezzo al traffico ed alla folla, è stato inseguito e ferito gravemente il 60enne Luigi Covelli che è tuttora ricoverato nel reparto di Rianimazione dell’ospedale civile con la prognosi riservata. Il pensionato Montedison colpito dai proiettili all’emitorace sinistro ed al collo, è stato preso a pistolettate da Vladimiro Comità, bloccato da tre poliziotti della Mobile subito intervenuti ai quali hanno dato man forte due finanzieri. Insieme al giovane come è noto è stato poi arrestato anche il padre Elio che era vicino al figlio. Ai due allevatori l’Ufficio di Procura (coordinano le indagini il procuratore Raffaele Mazzotta e il sostituto Luisiana di Vittorio), hanno contestato («provvisoriamente», ha precisato il procuratore), il concorso in tentato omicidio «con l’aggravante della premeditazione », il porto illegale d’arma, e gli spari in luogo pubblico. Giovedi mattina Vladimiro Comità interrogato in questura s’era prima avvalso della facoltà di non rispondere. Il padre Elio invece assistito dall’avv. Gianluca Marino che difende anche il figlio ha fornito la sua verità al procuratore Mazzotta, al sostituto Di Vittorio ed al capo della Mobile che lo hanno interrogato. Poi nel pomeriggio ha parlato anche il 26enne negando di aver premeditato il ferimento di Covelli. Questi che abita a Farina avrebbe avuto dei contrasti con i Comità per alcuni sconfinamenti di animali di proprietà dei due allevatori in località Vrica- Farina. Sta di fatto che l’altra mattina Elio e suo figlio Vladimiro intorno alle 10 erano a bordo di una Punto condotta dal padre. L’auto stava percorrendo Corso Mazzini lato tribunale, quando i due hanno visto Covelli che stava attraversando la strada. La Punto si è fermata, è per come hanno raccontato i Comita è sceso prima Elio e poi Vladimiro. Elio ha riferito agli inquirenti di aver cominciato a litigare con Covelli e di averlo spintonato perchè aveva udito che il 60enne avrebbe borbottato qualcosa nei confronti suoi e del figlio. Ed ha aggiunto di aver visto che il figlio estraeva la pistola, inseriva il caricatore che teneva in una busta e poi iniziava a sparare. «Non sapevo – ha ripetuto Elio Comità – che avrebbe sparato a Covelli. Gli ho anche urlato di non farlo». Una versione questa che non convince gli inquirenti che invece sospettano che ci sia stata premeditazione. Sta di fatto che Vladimiro Comità ha esploso almeno quattro colpi di pistola cal. 7,65 contro Covelli che ha tentato di scappare ma poi è stramazzato a terra sul marciapiede adiacente il piazzale del Tribunale. A quel punto Vladimiro Comità è stato bloccato dai poliziotti che gli hanno tolto la pistola mentre sul posto accorrevano poliziotti, carabinieri e finanzieri. Padre e figlio lunedì o al massimo martedì saranno sentiti dal gip che si pronuncerà sugli arresti.  

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