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Falsi esami, ora
incombe la prescrizione

 E sono tre. Non si riesce a far iniziare il processo sui presunti falsi esami all’ex facoltà di Giurisprudenza (oggi dipartimento di Scienze giuridiche) dell’Università. Ieri, a distanza di quasi un anno da quando il processo avrebbe dovuto iniziare, per la terza volta gli ormai immancabili difetti di notifica hanno reso necessario rinviare per l’ennesima volta la trattazione del caso che vede 72 persone imputate a seguito dell’inchiesta della Procura della Repubblica. Già alla prima udienza, fissata per il 12 aprile del 2013, il Tribunale in composizione collegiale aveva dovuto spostare la trattazione a causa del medesimo motivo; stessa cosa il 19 novembre e anche ieri, quando i giudici sono stati costretti a rinviare l’appuntamento al prossimo 28 maggio. Questi rinvii, naturalmente, non bloccano i termini per la prescrizione dei reati; anzi, alcune delle contestazioni nei confronti degli indagati sarebbero lì lì per prescriversi. Il rischio che il processo sfumi nella classica bolla di sapone si fa sempre più concreto. Non è questo il caso, ma già in passato la Procura ha avviato accertamenti sul sistema delle notifiche, aprendo alcuni fascicoli ad hoc. In ogni caso, le lungaggini dei procedimenti prestano il fianco a richieste di risarcimento: non è un mistero, come rimarcato più volte in occasione delle cerimonie d’inaugurazione dell’anno giudiziario, che lo Stato italiano è primatista di condanne di fronte alle Corti internazionali per l’irragionevole durata dei processi.

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