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Sangue da lavare col sangue
«... e chi c’è c’è»

Sangue da lavare col sangue «... e chi c’è c’è»

Sangue da lavare con altro sangue. Un copione più volte letto e visto nel Vibonese dove il valore di una vita umana diventa relativo. Sangue da lavare con altro sangue «... e chi c’è c’è... pure che colpiamo... chi c’è c’è!» risparmiando soltanto i bambini.

Un piano di morte fermato da Polizia e Dda che, all’alba di ieri, hanno eseguito sette arresti tra Sorianello, Soriano e Gerocarne nell’ambito dell’operazione “Black windows”, finestre nere come quelle aperte dagli inquirenti a seguito del tentato omicidio (luglio 2017) di Giovanni Alex Nesci mentre si trovava in compagnia del fratellino con sindrome di Down. Fatto di sangue preceduto dall’omicidio di Salvatore Inzillo, nel giugno dello stesso anno.

E una volta aperte queste finestre gli investigatori si sono ritrovati davanti a un quadro di violenza pura, le cui tonalità sarebbero state appesantite dalla sete di vendetta, quella che la famiglia Inzillo avrebbe covato nei confronti dei Nesci. Una sorta di guerra privata che, però, nel caso delle Preserre vibonesi, si inserisce nell’ambito di uno scontro armato tra cosche, quello tra gli Emanuele e i Loielo che da decenni insanguina il territorio. Dinamiche cruenti, quanto pericolose portate avanti a suon di piombo – sei i morti dal riaccendersi del focolaio nel 2012 e un lungo elenco di tentati omicidi – alimentate dal tarlo della vendetta e che, per l’operazione “Black windows”, avrebbe visto protagoniste innanzitutto le donne. In questo caso le sorelle Rosa e Viola Inzillo, sorelle di Salvatore le quali, con la partecipazione della sorella Teresa (indagata a piede libero) non avrebbero esitato a coinvolgere anche la madre inducendola a nascondere una pistola tra la sua biancheria intima: «Quando la prendi non mettertela nella tasca ... prima che ci sia qualche coso che ti spacca la pancia... però te la devi tenere addosso ... prima che vengano i carabinieri ah ma’!! ... te la devi tenere addosso... te la devi tenere vicina...e se in caso vengono i carabinieri te la metti nelle mutande ... attenta che non ti cada ah ma’... nelle mutande...».

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