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Una vendetta "covata" in 21 anni di pane e odio

Una vendetta "covata" in 21 anni di pane e odio

Un tragico copione andato in scena a distanza di tre mesi dal pomeriggio di follia e morte dell’11 maggio scorso. Un triste copione che riporta indietro nel tempo, a 21 anni fa. Perché tutto in questa storia cresciuta a “pane, odio e vendetta” sarebbe da collegare all’omicidio di Mario (Mariano) Olivieri – fratello di Francesco Giuseppe, detto Ciko e di Giuseppe – ucciso il 14 settembre del 1997, lungo la strada provinciale che da Nicotera Marina porta all’incrocio con la Statale 18.

Un agguato di cui Ciko, che l’11 maggio ha agito a volto scoperto e con addosso una maglietta rossa, così come ha fatto il 12 agosto scorso il fratello Giuseppe, riteneva responsabili alcune persone. Quelle i cui nomi figuravano nella sua black-list. In testa vi era appunto Francesco Timpano e per certo, Francesco Giuseppe Olivieri lo scorso 11 maggio si era recato a Caroni per cercare proprio lui. Non avendolo trovato in casa, sfogava il suo rancore esplodendo colpi di fucile contro la sua autovettura per poi dirigersi verso la piazza Marconi di Limbadi. Qui entrava in un bar, ma non essendoci il Timpano, sparava altri due colpi di fucile contro le pareti di una saletta ferendo lievemente tre avventori. Poi, puntava su Nicotera dove sotto i colpi della sua doppietta cadevano Michele Valerioti, 68 anni – fratello di Timpano anche se i loro cognomi sono diversi – freddato sul balcone di casa e Giuseppina Mollese, di 80 anni, morta dopo qualche ora in ospedale.

All’epoca dell’imboscata al fratello Mariano Ciko era appena di 10 anni, ma, evidentemente, non ha dimenticato. Anzi potrebbe aver accumulato quel rancore esploso l’11 maggio probabilmente di fronte all’ennesimo riaffiorare del ricordo del fratello. Un tragico disegno quello di Ciko il quale aveva riferito al giudice che era sua intenzione colpire altre persone oltre alle due uccise e alle tre ferite. Sarebbero stati suoi obiettivi anche un medico ritenuto responsabile della morte di un altro suo fratello (Sandro) avvenuta per cause naturali pochi mesi fa. Il sanitario (a maggio in servizio alla guardia medica, poi trasferito al 118) era stato allontanato dallo studio durante il raid di Ciko e subito dopo il fatto di sangue del 12 agosto è stato messo sotto protezione. Ora sarà la Prefetto di Vibo, sentito il Comitato per l’ordine e la sicurezza a disporre le necessarie misure di tutela. Nella black-list di Olivieri anche nonché un parente alle cui dipendenze aveva in passato lavorato. Un piano che, relativamente a Timpano, sarebbe stato ora concluso da Giuseppe Olivieri. (m.c.)

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