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Catanzaro, Katseris s’è preso la fascia. "Il Como? Forte ma possiamo fare bene anche lì"

Il giovane esterno è diventato ormai un punto fermo nello schieramento di Vivarini

Come un treno ad alta velocità. Panos Katseris si è preso la fascia destra del Catanzaro lasciandosi alle spalle gli avversari. Che fossero esperti o della sua stessa età, che si giocasse in casa o in trasferta, non c’è stata differenza. Bari, Cittadella, Sampdoria, Sudtirol e Feralpisalò le stazioni della sua consacrazione. Rimane una sorpresa solo perché ha ventidue anni e questo ruolo da protagonista – ai nastri di partenza – non gli sarebbe spettato.
L’infortunio di Situm gli ha aperto uno spiraglio, lui ha fatto il resto spalancando la porta con prepotenza. E rapidità, appunto. «Ho colto l’opportunità avuta con il Bari, in quella partita ho preso fiducia e confidenza, tutto quello che è venuto dopo è arrivato da solo anche se non mi aspettavo di giocare così (tanto, ndr) in campionato».
Il bello è che riesce a farlo con naturalezza, tanto da non sembrare un ragazzino alla prima esperienza in B: «Sono tranquillo perché il mister ci dice ogni cosa da fare in campo, in allenamento e in partita, poi con i miei compagni accanto è ancora più facile». Cinque partite da titolare (e sette presenze finora), doti offensive pronunciate, miglioramenti evidenti nella fase difensiva, serietà massima: Katseris è tutto casa e campo, segue rigidamente la dieta, chi lo conosce dice che non è proprio il tipo da lasciarsi andare, forse lo fa solo per il Panathinaikos, nel calcio e nel basket, uno dei più grandi club ellenici di cui è tifosissimo.
Ciò che interessa ai tifosi, che ormai non hanno più alcun dubbio sulle sue qualità, è quello che riesce a garantire in campo: spinta, incursioni, assist come quello per Verna al “San Nicola”: «Sto provando a lavorare il più possibile in allenamento per essere pronto in partita, a Bari ero sicuro sarebbe andata bene proprio per questo motivo. Credo di poter crescere ancora tanto, lavorando con l’allenatore e lo staff più lavoriamo e meglio è, ma cresceremo tutti quanti».
Lo spogliatoio, unito, è il punto di riferimento di Katseris: «La cosa più importante è il gruppo, solido, nel quale ognuno aiuta l’altro. E quanto abbiamo fatto l’anno scorso ci ha portato in alto oggi». Non soltanto questi aspetti, però. Con qualsiasi calciatore si parli, tutti concordano nel ritenere la sconfitta con il Parma uno spartiacque: «Siamo migliorati difensivamente dopo quella gara, un segnale che ci ha fatto capire i nostri errori, ora siamo molto più attenti, da lì in poi siamo entrati in campo più concentrati».
La fascia destra arretrata sarà sua anche dopodomani a Como: «Avversario forte individualmente che può metterci in difficoltà – ha avvisato il terzino –, ma noi proveremo a esprimere il nostro calcio e, secondo me, possiamo fare bene pure lì». Corre veloce Katseris, così veloce da non avere limiti, pure quelli finora più impensabili come quello che immagina ogni bambino quando comincia a calciare un pallone: «Vestire la maglia della mia nazionale sarebbe un sogno, spero che un giorno mi chiamino».
E chi dice non sia possibile? Se Panos continua in questo modo anche quel sogno può realizzarsi.

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