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Catanzaro ha chiuso bene il ciclo terribile in trasferta

Per i giallorossi, ora quarti, si aprono scenari diversi. Fiducia verso le ultime 4 gare prima del giro di boa

Il primo successo contro un avversario della zona playoff può dare altro slancio per le ultime quattro partite del girone d’andata. Ci sono almeno tre motivi per credere di poter infilare altra benzina nel serbatoio. Sbancando Palermo il Catanzaro ha completato il suo ciclo terribile da cinque uscite contro squadre della parte sinistra della classifica: il bottino di sei punti su quindici possibili va contestualizzato nei luoghi in cui sono state disputate le trasferte, cioè in casa di Como, Venezia e appunto Palermo. Dunque il saldo è positivo anche perché, quando hanno perso, i giallorossi non sono stati schiacciati da nessuno. L’entusiasmo, il gioco, la consapevolezza dei propri punti di forza formano insieme la prima ragione per guardare con fiducia il futuro più immediato.
Ora si continuerà a fare sul serio: le Aquile hanno davanti un poker (due in casa, due in trasferta) con occupanti della parte destra della graduatoria, quindi tutte dietro di loro. Si parte col Pisa al “Ceravolo” (sabato 9 dicembre, ore 16,15), quindi Ascoli nelle Marche, poi il Brescia in Calabria nell’antivigilia di Natale, infine Reggio Emilia nel giorno di Santo Stefano.
In B non c’è mai nulla di scontato, l’equilibrio regna sovrano, tuttavia Iemmello e soci finora non hanno mai lasciato punti a chi frequenta i bassifondi: le vittorie con Feralpi, Spezia, Ternana, Lecco, Samp e Sudtirol, più il pari a Bari, sono tanti segnali che nello spogliatoio non si sottovaluta mai nessuno e le pressioni non si fanno sentire. Questa è la seconda ragione per pensare di poter aggiungere altra sostanza in classifica.
Sulla carta, la gara temporalmente più vicina è anche quella più pericolosa: il Pisa sta arrancando, però ha un organico di qualità, ambizioni solide, costi nettamente più alti rispetto a quelli del gruppo allenato da Vivarini, in esterna ha ottenuto il grosso dei suoi diciotto punti. Da questo punto di vista è un’altra prova del nove: un test diverso da Palermo, ma ugualmente impegnativo.
Dalla Sicilia, ancora, il Catanzaro si è portato dietro tanti aspetti che costituiscono la terza ragione per restare sereni e sorridenti. Riguardano tutto il sistema, nelle due fasi di gioco, di conseguenza i singoli calciatori: la capacità di soffrire durante il forcing finale del Palermo che si abbina alla solidità difensiva ritrovata nel derby; la regolarità con cui stanno andando a segno Iemmello e Biasci, il supporto di un cast che si esalta nel collettivo, da Sounas a Vandeputte fino a Ghion; il valore che sta dimostrando il centrocampista Pompetti, che pure al “Barbera” non ha fatto rimpiangere Verna. Come Katseris - rivelatosi risorsa importante al posto di Situm - il mediano sta aumentando le opzioni in mezzo: scegliere fra lui e il compagno più esperto è già diventato complicato per Vivarini in una connection abruzzese (il tecnico è un teatino trapiantato a Pescara, Pompetti un pescarese doc, Verna della provincia di Chieti) che può solo far bene. Passo dopo passo, il Catanzaro continua a crescere. Bello e spensierato, questo non è più un segreto.

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