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Tutto sulle estorsioni nel Soveratese: i clan spartivano tra loro imprese e territori

Tribunale di Catanzaro

«È la stessa vittima a cercare il suo aguzzino». Subdola, parassitaria e senza morale. La ’ndrangheta usa modalità ben precise per portare avanti le sue attività criminali, come si legge nella Gazzetta del Sud in edicola oggi.

La conferma, ove mai ce ne fosse bisogno, arriva dalle pagine delle numerose sentenze che negli anni hanno inchiodato i responsabili di omicidi, estorsioni, traffici di droga, armi e riciclaggio.

Ed è quanto emerge anche dalle motivazioni della sentenza relativa all’inchiesta Scheria della Dda di Catanzaro, che il 3 luglio scorso ha visto la condanna di sette persone ritenute vicine al clan Gallelli di Badolato (legato alla cosca Gallace di Guardavalle) o ai Sia-Tripodi-Procopio, per le estorsioni a un imprenditore turistico di Sant’Andrea Jonio.

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