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Vibo a lutto, è morto Nello Ruello: è stato il primo a denunciare le 'ndrine

Nello Ruello racconta la sua storia in tv

Se ne è andato in silenzio, perché il silenzio era diventato ormai parte della sua vita. Un silenzio assordante, quello di Vibo Valentia e della cosiddetta società civile, ancora più roboante davanti a un uomo che in silenzio non aveva voluto rimanere.
Nella tarda serata di ieri il cuore di Nello Ruello, primo testimone di giustizia e storico fotografo di Gazzetta del Sud, ha cessato di battere. Da tempo le sue condizioni di salute si erano aggravate, per poi precipitare. Nei primi anni del duemila aveva denunciato, accusato pubblicamente e fatto condannare i suoi aguzzini con sentenza divenuta ormai definitiva. E per anni, Ruello, è stato indicato dagli inquirenti un simbolo della lotta all’usura e alle estorsioni.

Stritolato e messo in ginocchio da esponenti della cosca Lo Bianco-Barba il fotografo vibonese non ha mai mollato. Benché in precarie condizioni di salute non ha mai smesso di lottare affrontando e contrastando a viso aperto non soltanto la 'ndrangheta ma anche quella burocrazia che l’ha sempre ostacolato.

Primo testimone di giustizia (anche se un programma di protezione in tal senso non l'ha mai avuto) di Vibo e anche il primo testimone che è voluto rimanere nella sua città. Per poter restare ha battuto i pugni, lottato e vinto. Il suo nuovo negozio fu inaugurato nel corso di una cerimonia voluta dalla Prefettura a dimostrazione dell'impegno civile di Ruello. Grazie alle sue denunce una nuova stagione sembrava dovesse aprirsi a Vibo Valentia, ma la comunità o almeno gli imprenditori e gli operatori commerciali piegati al volere delle cosche non hanno saputo o voluto cogliere l'attimo. Nel negozio di ottica di Nello Ruello - anche quello lasciarto sempre nello stesso posto - in pochi ci andavano. Negli successivi all'inaugurazione anziché entrare con orgoglio nella New ottica Ruello si preferiva fare finta che non esistesse. Lo stesso Nello più volte evidenziava con amarezza questo, sottolineando l'indifferenza di tante persone che credeva prima amiche.

Nell'arco della sua esistenza, comunque, lo storico testimone di giustizia non ha mai messo da parte il suo impegno contro la 'ndrangheta, intervenendo in incontri in tutta Italia, parlando della sua esperienza agli studenti vibonesi e dell'intera regione, alcuni dei quali lo avevano "adottato". Una delle sue ultime uscite pubbliche risaliva a diversi mesi fa quando sul corso principale di Vibo passava il corteo antimafia di Libera. Accompagnato dalla scorta e aiutandosi con il bastone Nello Ruello non aveva voluto mancare a quell'appuntamento anche se le sue condizioni di salute gli avevano soltanto permesso di salutare i manifestanti dal ciglio della via. Nello c'era, nonostante tutto aveva voluto esserci. Pochi però quelli che si erano avvicinati per salutarlo.
Quattro anni fa dopo l'ennesima lettera con minacce di morte e dopo l'ennesimo colpo di mano dello Stato che nel 2007 dichiarava che Ruello non sarebbe mai stato lasciaro solo, per poi scaricarlo tre anni dopo (ma Ruello vinse anche questa battaglia) il fotografo vibonese nel corso di una conferenza stampa tenuta con l'avv. Giovanna Fronte che lo ha sempre assistito, pronunciò delle parole che oggi possono essere considerate il suo testamento spirituale: "Nel novembre 2004 nel momento in cui ho firmato le denunce mi sono detto che mai più avrei abbassato la testa davanti a nessuno e vi posso assicurare che andrò avanti con tutte le mie forze, finché non avrò i miei diritti. Una battaglia difficile da fare in quanto si svolge su più fronti perché senza adeguate tutele, senza un forte moto di orgoglio della città, quanti hanno tenuto sotto scacco per 40 anni questo territorio usciranno di galera e ritorneranno, saranno padroni più forti di prima perché nel Vibonese non ci sarà nessuno che testimonierà contro la criminalità visto il trattamento riservato a chi l’ha fatto e che, senza mai reticenze, ha denunciato senza mai fare un passo indietro".

I funerali del testimone di giustizia, che lascia la moglie e due figlie, saranno officiati domani (ore 15,30) a Vibo nella chiesa Santa Maria del Soccorso, poco distante dal suo negozio.

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