Nervosismo e tensione sul destino urbanistico di Giovino hanno connotato la conferenza dei capigruppo che ieri pomeriggio si è tenuta in presenza del sindaco Abramo, promotore della riunione. Un copione già noto, visto che da decenni la materia è oggetto di interessi enormi, terreno di tentativi reiterati di speculazione edilizia e pressioni politico-elettorali che automaticamente si fanno più incalzanti quanto più si avvicina - come ora - l’appuntamento con le urne.
Anche ieri sono circolati veleni, a partire dalle illazioni sulla mancata presenza dell’assessore e del dirigente all’Urbanistica, che forse era normale ma che alcuni consiglieri hanno interpretato come segnale di non condivisione del progetto di Abramo, che è quello di una tripartizione dell’area, sulla base delle “famose” tre fasce del vecchio Prg, in zona turistica, commerciale e, nell’area di Bellino, aperta a soluzioni di sviluppo da individuarsi attraverso un concorso internazionale di idee.
Nettamente contrari alla creazione di un’area commerciale gli esponenti della minoranza, propensi alla realizzazione, nel “polmone verde” di Giovino, di sole strutture turistico-ricettive come alberghi, campi da gioco, aqua-park ed altre attività apportatrici di indotto.
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