Sarebbero circa una quarantina le strutture ricettive a Catanzaro che avrebbero cercato di evadere l'imposta di soggiorno. Il Comune ha difatti avviato dei controlli ad hoc e le prime multe sono già state comminate dai vigili urbani. Un'attività di accertamento che potrebbe anche portare all'individuazione di attività alberghiere non dichiarate, parte di quel sommerso che non aiuta certo l'economia di una città.
Da un anno ormai l'imposta è in vigore sul territorio del capoluogo. A pagarla sono tenute le persone non residenti che pernottano nelle strutture ricettive della città che devono riscuotere la tassa e documentarla tramite apposite ricevute d'incasso.
Approvata a fine 2017 dal Consiglio comunale è dunque entrata nel suo secondo anno. «Quelli del 2018 sono stati dodici mesi di sperimentazione» sottolinea l'assessore al Turismo Alessandra Lobello, utilizzati dunque per portare a regime l'imposta e confrontarsi con gli stessi albergatori in modo da far sì che il tributo sia condiviso nella massima misura.
L'articolo completo nell'edizione odierna di Catanzaro della Gazzetta del Sud.
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