Risalgono al 9 luglio del 2003 l’omicidio di Raffaele Fiamingo 44 anni, detto Lele il Vichingo, di Rombiolo, ma all’epoca residente a Senago, centro della cintura milanese, e il tentato omicidio di Francesco Mancuso, 62 anni, alias Tabacco, esponente di primo piano della cosca Mancuso di Limbadi. Su cui si è fatta luce oggi nell'ambito dell'operazione "Errore fatale", che ha portato a 4 arresti.
L’agguato era avvenuto a Spilinga intorno alle 4 del mattino. Lele il Vichingo, luogotenente di Mancuso, era caduto in via della Resistenza a un centinaio di metri dalla Caserma dei carabinieri, quasi davanti a un panificio, centrato da cinque dei quindici proiettili esplosi da due pistole (presumibilmente calibro 7,65 e calibro 9).
Il corpo senta vita di Fiamingo era stato da poco trasportato all’obitorio dell'ospedale civile di Vibo Valentia quando (intorno alle 10,30) al pronto soccorso era giunto gravemente ferito Francesco Mancuso, accompagnato dal figlio Domenico a bordo della sua autovettura.
Agli inquirenti il boss, che presentava ferite alla spalla destra, al torace e al ginocchio sinistro, riferì d'essere rimasto vittima di un agguato nelle campagne di località Fontana di San Calogero, zona che confina con i territori di Nicotera Marina e Limbadi e dista circa 500 metri da località "Bosco di Mileto", fetta dei comprensori di San Calogero dove i carabinieri dello Squadrone Cacciatori, nel mese di aprile di 16 anni fa, avevano rinvenuto un bunker prefabbricato in fase di assemblaggio.
Ma sul luogo indicato i militari non rilevarono alcuna traccia. I due, infatti, al momento dell’imboscata si trovavano entrambi a Spilinga.
Nondimeno non si esclude che il ferimento possa essere stato preceduto da essere sintomo della rottura degli equilibri all’interno della potente cosca di Limbadi.
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