La Dda di Catanzaro ha chiuso le indagini preliminari per cinque indagati coinvolti nell’inchiesta sull'autobomba di Limbadi che il 9 aprile dello scorso anno ha portato al decesso del biologo 42enne Matteo Vinci ed al ferimento del padre Francesco Vinci.
Alla base del fatto di sangue il rifiuto della famiglia Vinci-Scarpulla di cedere alle prepotenze della famiglia Di Grillo- Mancuso di cedere un loro piccolo appezzamento di terreno a Limbadi.
Raggiunti dall’avviso di conclusione delle indagini preliminari sono: Domenico Di Grillo, 72 anni, la moglie Rosaria Mancuso, 64 anni, le figlie Rosina Di Grillo, 38 anni, Lucia Di Grillo, 30 anni ed il marito di quest’ultima Vito Barbara, 28 anni, tutti di Limbadi. I fatti di sangue sono aggravati dalle modalità mafiose. Contestati anche i reati di estorsione e detenzione illegale di armi.
In particolare l'omicidio di Matteo Vinci e il tentato omicidio del padre Francesco viene contestato a Rosaria Mancuso, 64 anni di Limbadi (sorella di alcuni boss dell'omonima cosca), al genero Vito Barbara, di 28, di Serra e a Lucia Di Grillo, di 29 (avv. Giovanni Vecchio e avv. Fabrizio Costarella), figlia della Mancuso (avv. Francesco Capria) e moglie di Barbara (avv. Costarella e avv. Vecchio).
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