Si aggiunge un nuovo tassello giudiziario alla vicenda che riguarda la morte di due sorelle, avvenuta a distanza di tre anni l'una dall'altra, all'ospedale Pugliese. Il padre, Alessandro Rosselli, non si è mai rassegnato al fatto di aver perso entrambe, Nadia e Antonella, peraltro nello stesso nosocomio, ritenendo necessario chiarire se vi siano state responsabilità di natura medica. Le sue denunce da tempo “rimbalzano” negli uffici giudiziari e più volte il signor Rosselli si è opposto alle richieste di archiviazione, in ultimo a dicembre scorso.
Nel frattempo, però, in sede civile è arrivata una sentenza di rigetto della richiesta di risarcimento da lui avanzata nei confronti dell'Azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” per quanto riguarda la morte della figlia Nadia, avvenuta il 25 marzo 2012, all'età di 43 anni (Antonella è invece deceduta a 45 anni il 7 maggio 2015). Una sentenza per la quale vi sarebbe stata «insussistenza di nesso causale tra la morte della donna e la condotta tenuta dai sanitari dell'azienda ospedaliera».
La Rosselli era giunta al pronto soccorso il 25 marzo 2012 con diagnosi di “stato confusionale in paziente con ingestione farmacologica incongrua”; due giorni dopo il decesso, ha sostenuto il padre al processo, nell'apparato gastrointestinale vi era ancora una quantità massiva di farmaci, segno che non sarebbe stata fatta alcuna lavanda gastrica o altro trattamento; tesi che l'azienda ha respinto evidenziando il rispetto delle linee guida da parte dei medici.
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