La Corte di Cassazione ha annullato con rinvio la confisca di tutti i beni dell'imprenditore edile lametino Giuliano Caruso accusato di usura. La Corte d'Appello di Catanzaro dovrà quindi ripronunciarsi sulla legittimità del tesoro da otto milioni e mezzo di euro. Il procuratore generale aveva chiesto il rigetto del ricorso presentato dall'imprenditore, la Suprema Corte però ha accolto la richiesta avanzata dall'avvocato Francesco Gambardella.
La confisca dei beni era stata effettuata nel settembre del 2017 sulla base delle informative del Nucleo mobile del gruppo della Guardia di finanza. I sigilli erano stati apposti a due ville situate in un residence turistico della riviera tirrenica; un fabbricato adibito a uffici e un magazzino ad uso commerciale nel centro cittadino; una lussuosa villa nella zona montana lametina, con annessa piazzola di atterraggio per elicotteri; una grande struttura adibita a hotel e ristorante nell'hinterland lametino; una struttura adibita a attività commerciale nella periferia lametina; 15 appezzamenti di terreni, sia agricoli che edificabili.
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