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Crotone apre ai migranti, in 63 sbarcano a causa di un temporale. Salvini: "Rischiavano di annegare"

Per la quarta volta in pochi giorni un porto italiano si apre ai migranti. Senza le lunghe odissee del recente passato. Un veliero partito dalla Turchia, 63 curdo-iracheni i passeggeri, è stato soccorso vicino alla costa crotonese dalla guardia costiera. Per otto ore la motovedetta italiana che aveva preso a bordo gli stranieri è stata bloccata in porto in attesa dell’ok del Viminale allo sbarco. Arrivato poi per il forte temporale in corso.

«Rischiavano di annegare», ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Salvini. E mentre la guardia costiera libica ha soccorso 150 persone su due barconi, la Mare Jonio è sempre sotto sequestro a Lampedusa, in attesa che la procura di Agrigento si pronunci sull'iniziativa della guardia di finanza. Tre direttive firmate da Salvini non hanno dunque portato ai risultati sperati dal ministro.

I migranti continuano a sbarcare in Italia, seppure con numeri molto più contenuti del passato (nel 2019 c'è un calo del 92% rispetto al 2018). Nei giorni scorsi sono stati portati da una nave della Marina Militare, dalla Mare Jonio e da motovedette di guardia costiera e guardia di finanza. Oggi altro sbarco. Il ministro sembra aver rinunciato ai lunghi bracci di ferro per bloccarli. Forse consapevole di avere armi spuntate in mano a legislazione vigente.

Per questo punta tutto sul decreto sicurezza bis che contiene norme dirompenti come le multe salate per ogni migrante soccorso e l’accentramento al Viminale della competenza sul divieto di ingresso in acque italiane. «Se fosse in vigore il decreto - lamenta Salvini - la Mare Jonio sarebbe stata multata e sequestrata». C'erano anche 19 bambini e dieci donne tra i migranti soccorsi e portati a Crotone. Il veliero è stato intercettato alle 2 del mattino sotto costa.

Le persone sono state trasbordate sulla motovedetta della Capitaneria che ha fatto rotta verso il porto, dove è giunta poco dopo le 4 ma ha avuto l'autorizzazione dal ministero dell’Interno ad entrare solo alle 6 del mattino. Nessuno è stato fatto sbarcare fino alle 11.30 nonostante il maltempo. Neppure i 19 bambini e i militari della Capitaneria hanno fatto portare un monitor per intrattenerli sottocoperta con dei cartoni animati. A due donne incinte ed una infortunata è stato concesso il permesso di lasciare la motovedetta.

Sono state ore di attesa e trattative con prefettura di Crotone e ministero. La Capitaneria di porto ha aperto la dispensa del vicino comando per rifocillare, insieme alla Croce rossa che ha distribuito anche coperte, le persone soccorse. Poi, considerando il peggioramento meteo, la Capitaneria di porto - rappresentando al ministero dell’Interno la difficoltà dello scenario che si stava creando - ha ottenuto che i migranti potessero sbarcare. «Se c'erano persone che rischiavano di annegare davanti a Crotone - ha osservato Salvini - io non voglio la morte di nessuno, ma voglio bloccare le partenze».

La Mare Jonio, intanto, è sempre a Lampedusa, in attesa di decisioni della procura di Agrigento. Mediterranea saving humans ha risposto a Luigi Di Maio («spero che la nave si arrenda e smetta di girare nel Mediterraneo», aveva detto il vicepremier): «noi non ci arrendiamo alla disumanità, all’indifferenza, alle morti in mare, ai diritti umani negati, a considerare il Mediterraneo un deserto di morte».

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