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Omicidio Chindamo a Limbadi, i riscontri sull'hard disk portano fino in Cina

Maria Chindamo

Meno di cinque minuti per cogliere la vittima di sorpresa, colpirla, caricarla sull'auto e fuggire.

Dalle 7,10 alle 7,15 del 6 maggio 2016, infatti, si è svolta l'azione di fronte alla tenuta di Maria Chindamo in contrada Carini di località Montalto, nel territorio di Limbadi.

E per avere la certezza che, la sera del giorno prima dell'imboscata alla donna, il sistema di videosorveglianza abbia smesso di funzionare alle 22,37 e 20 secondi per un'interruzione manuale dell'alimentazione dell'hard disk interno, gli inquirenti hanno interpellato direttamente la casa produttrice cinese del Dvr.

Ieri mattina Salvatore Ascone è comparso davanti al gip del Tribunale di Vibo per l'interrogatorio di garanzia avvalendosi della facoltà di non rispondere.

Per concorso in omicidio indagati anche il figlio del 53enne e un romeno, suo uomo di fiducia.

L'articolo completo nell'edizione odierna della Gazzetta del Sud.

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