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Il business dei rifiuti nelle discariche illegali di Lamezia, 15 arresti

Dalle prime ore di oggi la polizia di Stato, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Catanzaro e della Procura di Lamezia Terme, sta eseguendo due distinte ordinanze di custodia cautelare emesse dai gip dei rispettivi Tribunali a carico di numerosi soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti ed inquinamento ambientale.

Le indagini, condotte dai poliziotti della squadra mobile di Catanzaro e dal commissariato di Lamezia Terme, supportate da intercettazioni telefoniche, hanno fatto emergere l'esistenza di vero e proprio sistema criminale organizzato che gestiva in modo illecito la filiera del recupero e dello smaltimento dei rifiuti, che venivano sversati all'interno di discariche abusive site nel comprensorio lametino.

A dirigere l'operazione il procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri, il procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla e i sostituti Elio Romano e Corrado Cubellotti. Per la Procura di Lamezia Terme dal Procuratore Salvatore Curcio e dal sostituto procuratore Marica Brucci

L'inchiesta ha preso avvio dalla individuazione di una discarica abusiva in località “Bagni” a Lamezia Terme, dove alcuni autocarri si recavano per conferire rifiuti, formalmente destinati ad essere stoccati in siti autorizzati del Nord Italia, ma di fatto inutilizzati.

L'inchiesta ha permesso di scoprire l’esistenza di un vero e proprio sistema criminale organizzato, diretto da Maurizio Bova e Angelo Romanello che, attraverso la costituzione ed il controllo di fatto della “ECO LO.DA” con sede a Gizzeria (Catanzaro) e la “CRM”, con sede a Dozza (Bologna), entrambe destinatarie di un provvedimento di sequestro preventivo, gestivano in modo illecito la filiera del recupero e dello smaltimento dei rifiuti, che sono stati sversati sia all’interno della discarica abusiva di Bagni, sia presso un ulteriore sito individuato a San Sidero a Lamezia Terme, vicini ad alcuni corsi d’acqua che attraversano il Lametino.

Gli accertamenti e le analisi a suo tempo svolti presso i siti individuati avevano permesso di rilevare la presenza anche di rifiuti classificabili come speciali e pericolosi, in particolare farmaci smaltiti attraverso gli indagati da una società campana e provenienti da quella regione.

I provvedimenti restrittivi, eseguiti in collaborazione con le squadre mobili di Milano, Varese, Como, Torino, Bologna, Salerno, Benevento.

Ecco i nomi e i provvedimenti nei confronti di tutti i coinvolti: Maurizio Antonio Bova, 41 anni, in carcere; Angelo Romanello, 35 anni, in carcere; Assunta Villella, 45 anni, in carcere; Giuseppe Parisi, 46 anni, in carcere; Giuseppe Liparota, 60 anni, in carcere; Gianfranco Liparota, 35 anni, in carcere; Felice Antonio Liparota, 36 anni, in carcere; Felice Gabriele, 56 anni, in carcere; Domenico Antonio Sacco, 25 anni, domiciliari; Sarina Parisi, 58 anni, domiciliari; Francesco Parisi, 48 anni, domiciliari; Michelina Imparato, 47 anni, domiciliari; Matteo Molinari, 36 anni, domiciliari; Gabriele Pasquale, 28 anni, domiciliari; Giuseppe Leto, 61 anni, domiciliari; Domenico Bernardo, 45 anni, obbligo di firma; Tommaso Galati, 49 anni, obbligo di firma; Ferdinando Benincasa, 48 anni, obbligo di firma; Angelo Mancuso, 58 anni, obbligo di firma; Gennaro Battipaglia, 68 anni, obbligo di firma.

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