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Rifiuti speciali nascosti nelle cave di Lamezia, “scena muta” degli indagati davanti ai giudici

Hanno fatto scena muta. Si sono infatti avvalsi della facoltà di non rispondere i primi imputati dell'operazione “Quarta copia”, l'operazione della polizia di Stato contro un traffico illecito di rifiuti, che ha portato all'emissione di venti misure cautelari.

I primi interrogatori, che si sono svolti nel carcere di Catanzaro, hanno riguardato Giuseppe Parisi (difeso dall’avvocato Antonio Larussa), Gianfranco e Felice Antonio Liparota (difesi dall’avvocato Renzo Andricciola) e Giuseppe Liparota (difeso dall’avvocato Antonio Torcasio). Tutti sono accusati, a vario titolo, di far parte di un "sistema criminale organizzato" diretto da Maurizio Bova e Angelo Romanello, i quali, attraverso la costituzione e il controllo della “Eco Lo.Da” con sede a Gizzeria e la “Crm” con sede a Dozza (Bo) gestivano "in modo illecito la filiera del recupero e dello smaltimento dei rifiuti, che sono stati sversati sia all’interno della discarica abusiva di località Bagni che in località San Sidero, prossimi ad alcuni corsi d’acqua che attraversano il territorio lametino".

Trecento tonnellate circa i rifiuti interrati per un giro d'affari di centinaia di migliaia d'euro: l’area centrale della Calabria utilizzata quindi da organizzazioni criminali per fare sparire tonnellate di rifiuti provenienti da altre regioni, con evidenti ripercussioni sull’ambiente e rischi gravissimi per la salute dei cittadini. Una notizia che ha sconvolto la comunità lametina, anche perché si parla di una vera e propria “terra dei fuochi calabrese”.

Adesso, tutti chiedono l’immediata bonifica dei luoghi inquinati. Lo ha fatto anche il deputato di Fratelli d’Italia Wanda Ferro, che ha rivolto un'interrogazione al presidente del Consiglio e ai ministri dell’Ambiente, dell’Interno e della Salute, affinché si avvii al più presto la bonifica delle aree interessate dell’interramento illecito di rifiuti pericolosi nella Piana lametina.

"Si tratta di rifiuti speciali provenienti dalla Campania, anche se prodotti in altre regioni – afferma Wanda Ferro – che avrebbero già causato gravi danni ambientali al territorio comprovati da analisi effettuate sia da parte dell’Arpacal, che dai consulenti nominati dalla Procura. Il modus operandi accertato dalla Polizia è identico a quello utilizzato dalla criminalità organizzata campana nella “terra dei fuochi” con camion che scaricavano di notte in grandi buche scavate e poi ricoperte". Il deputato di Fdi ha chiesto ai rappresentanti del Governo "quali azioni intendano adottare il ministro dell’Ambiente e quello della Salute per verificare la contaminazione del suolo e della falda e per avviare le necessarie azioni di messa in sicurezza, di bonifica e di ripristino ambientale, e chi sarà il soggetto incaricato della bonifica delle aree oggetto di sversamenti illeciti".

A denunciare la presenza dei rifiuti è stato, in tempi non sospetti, il M5S che nel novembre del 2015 segnalarono la presenza di enormi quantità di spazzatura in una traversa semi-nascosta della strada provinciale che porta a Sant’Eufemia Vetere, mentre per l’ex discarica Bagni presentarono un esposto in Procura. "Grazie all’attività di denuncia e sensibilizzazione degli attivisti del M5S – affermano gli attivisti – si è riusciti a ottenere il varo del progetto di cantierizzazione dell’intera area, propedeutico alla successiva bonifica. Nel ringraziare il cittadino, dalla cui denuncia sono potute partire le indagini, e tutte le Forze dell’ordine e inquirenti che hanno svelato questo losco traffico illecito di rifiuti, non possiamo che augurarci un reale risveglio di tutta la popolazione, affinchè segnali ogni azione o movimento sospetto dietro il quale potrebbero nascondersi gravi attentati all’ambiente e alla nostra salute".

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