Stavolta hanno usato una calibro nove. Otto colpi sparati in successione che si sono conficcati nel muro, accanto alla porta d’ingresso dell’abitazione di Crotone dell’ex collaboratore di giustizia Alessandro Covelli, detto “Sandrino”, che stava rincasando.
È la seconda volta in meno di due mesi che il 63enne, scampato stavolta ai proiettili, viene preso di mira da un sicario senza nome.
Lo scorso 18 ottobre - ricostruisce la Gazzetta del Sud in edicola - l’ex pentito era stato ferito in maniera non grave alla schiena, da una rosata di pallini esplosi da un fucile da caccia, mentre in sella alla sua bicicletta stava dirigendosi verso Borgata San Francesco. Sabato sera l’ennesimo inquietante episodio sul quale indaga la Squadra mobile della polizia di Stato che si stava già occupando del ferimento del 63enne.
Gli agenti della sezione diretta dal vicequestore Nicola Lelario, appena ricevuta la segnalazione della sparatoria sono accorsi nel rione Gabelluccia dove erano già intervenuti i poliziotti delle Volanti. Sul muro dell’abitazione di Covelli, gli agenti della Scientifica hanno poi trovato i fori provocati dalle ogive esplose dalla semiautomatica impugnata dall’ignoto pistolero. Non è chiaro se l’ex collaboratore che ha alle spalle una condanna per omicidio già scontata, fosse o meno sulla traiettoria dei colpi. Certo è, che l’autore dell’agguato sabato sera ha utilizzato un’arma che uccide.
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