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Usura a Guardavalle, i retroscena dell'arresto: tassi di interesse del 240%

«Un conto è trovare una banca che ti fa queste cose..! Hai sbagliato per me... Hai sbagliato dall'inizio». È la frase che Giuseppina Taverniti, 40 anni, arrestata per usura ed estorsione assieme al marito Francesco Galati, 43 anni, ritenuto vicino alla potente cosca dei Gallace, rivolge alla commerciante durante una delle tante visite nel suo negozio per sollecitare il pagamento dei debiti. «Eh, non sapevo che...», prova a replicare la vittima e Taverniti insiste: «No. Lo sapevi dall'inizio, non è che non lo sapevi». La donna è costernata: «Non immaginavo poi che così... Con tutti questi interessi! Solo in un anno ho cacciato 300mila euro», ma la moglie di Galati non ha dubbi: «A quelli non è che ci interessa più di tanto... quelli i soldi che ti hanno dato sono soldi». Soldi sui quali la commerciante è arrivata a pagare tassi di interesse del 240%.

Quella che emerge dalle pagine dell'ordinanza di misura cautelare, che venerdì mattina i carabinieri della Compagnia di Soverato hanno eseguito nei confronti della coppia di usurai, è una storia che racconta la solitudine di molti esercenti e imprenditori che diventano facili prede degli appetiti della 'ndrangheta. Quello raccontato dalle evidenze raccolte dagli inquirenti è lo scenario inquietante di una criminalità organizzata che si insinua nella fragilità economica in cui versano molti esercenti e imprenditori, con l'obiettivo non solo di creare una dipendenza economica delle vittime, che spesso finiscono in una spirale di disperazione e di bisogno, ma anche di impossessarsi delle loro stesse attività, mascherando l'operazione con una banale procedura di cessione.

L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud, edizione di Catanzaro

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