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Piscina abbandonata e amianto in città, due esposti contro il Comune di Crotone

È sempre muro contro muro tra il consorzio “Momenti di Gloria” e il Comune di Crotone. Il sodalizio sportivo presieduto da Giancarlo Satiro (al quale l'amministrazione ha di recente revocato l'affidamento del PalaMilone) ha presentato due esposti per evidenziare lo stato di abbandono nel quale versa la piscina olimpionica comunale e la presenza di amianto in diversi punti della città.

Le denunce sono state inviate alla Procura della Repubblica, al Municipio, alla Corte dei conti, al ministero dell’Interno e all’Autorità nazionale anticorruzione. «Gli effetti prodotti dalla presentazione della denuncia sull’amianto – si legge in una nota del gruppo formato da nove associazioni - non sono tardati ad arrivare se si considera che nonostante l’incendio che ha interessato i capannoni di amianto risalga al 21 agosto 2018, nella giornata del 9 giugno 2020 il commissario straordinario Costantino ha emesso una ordinanza con la quale, nel dare atto che l’incendio che ha interessato i “capannoni di proprietà dell’Arsac (Azienda regionale per lo sviluppo dell’agricoltura), da diverso tempo in comodato d’uso al Comune di Crotone ma all’epoca utilizzati dall’Akrea” ha ordinato al direttore generale dell’Arsac di provvedere all’eliminazione dell’inconveniente “igienico sanitario” concedendogli un termine di sessanta giorni».

Da qui le critiche di “Momenti di Gloria” rivolte al prefetto che amministra il Municipio: «Il commissario dovrebbe spiegare ai cittadini perché ha atteso sei mesi per emettere una ordinanza di rimozione di quello che lei definisce un “inconveniente igienico sanitario” quando in realtà trattasi di una bomba ecologica pericolosissima per la salute pubblica perché da quell’area si diffondono e continueranno a diffondersi per i prossimi mesi particelle di amianto».

Infine, l’auspicio per una risoluzione dei problemi segnalati all’autorità giudiziaria e di governo. «Il consorzio auspica un celere intervento di bonifica della aree inquinate oltre che sulla piscina olimpionica, non solo da parte del Comune ma soprattutto dalle autorità a cui l’esposto è stato inviato per i provvedimenti di competenza».

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