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Inchiesta sulla gestione della piscina di Catanzaro, c'è anche il sequestro per l'ex assessore

"Quando ti chiedo qualcosa dammela e basta, perché hai capito bene come funziona". Sarebbero queste le parole pronunciate dall'ex assessore allo Sport del Comune di Catanzaro Giampaolo Mungo che avrebbe offerto la sua «protezione» alle associazioni sportive in cambio di vantaggi personali.

La frase è contenuta nel provvedimento con cui il gip del Tribunale di Catanzaro, Claudio Paris, su richiesta del sostituto procuratore Graziella Viscomi, ha disposto il sequestro di una somma pari a 15mila euro nei confronti di Mungo e di Salvatore Veraldi, all'epoca dei fatti fidanzato con la figlia di Mungo. Mungo e Veraldi sono accusati di traffico di influenze illecite in concorso con Antonino Lagonia, titolare della associazione sportiva dilettantistica “Catanzaro Nuoto” nell'ambito dell'inchiesta condotta dalla Finanza e denominata “Aquam in ore”.

Con la promessa di mettersi a disposizione di Lagonia e della sua Asd Catanzaro nuoto in relazione alla gestione degli spazi della piscina comunale “Vinicio Caliò” e in relazione alla programmazione dei campi da tennis di Ponte Piccolo, Mungo avrebbe ricevuto 7.500 euro nel 2015 versati dalla Ads Catanzaro Nuoto su una poste pay intestata a Veraldi, con la causale “assistenza spogliatoi, attività agonistiche e assistenza campus estivo”.

L'edizione integrale dell'articolo è disponibile sull'edizione cartacea della Gazzetta del Sud - edizione di Catanzaro.

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