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«Tradito perché scomodo», il testimone di giustizia di Rombiolo non si arrende

Giovanna Fronte e Michele Tramontana

«Non possiamo vederci, mi dispiace! Sono in una camera d'albergo con i poliziotti davanti alla porta. Ora temo veramente per la mia vita». Michele Tramontana, testimone di giustizia di Rombiolo, parla al telefonino ma la sua voce è tremante, è quella di un uomo che ha paura, perché solo da pochi giorni è sfuggito ad un vero e proprio agguato. Ignoti gli hanno sparato un colpo di fucile caricato a pallettoni che hanno centrato lo sportello lato guida della sua Audi A5. «Cosa dire... forse sono vivo per miracolo. Solo quando ho visto i fori sullo sportello della mia auto ho capito che potevo morire».

Un messaggio forte, di quelli che non lasciano spazio a nessun equivoco, un segnale per dire «ora attento a quello che fai ma, soprattutto, a quello che dici...». E chi ha ordinato l'agguato sapeva benissimo che venerdì prossimo Michele Tramontana dovrà presentarsi nuovamente in aula a Vibo per testimoniare nel processo ai suoi aguzzini che fece arrestare nel 2007.

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