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Il cadavere nei boschi a Gerocarne, il giallo delle tracce lasciate per ritrovarlo

La 'ndrangheta non lascia tracce, anzi le cancella. Fa scomparire e basta. Eppure, questa volta, nella terra di mezzo tra i boschi di Ariola e Ciano, eletta a “cimitero” delle lupare bianche, una traccia è stata lasciata. Anche grande considerato che sopra la fossa in cui è stato rinvenuto il cadavere di un uomo era stata posizionata la scocca di una 500 di colore rosso. Una sorta di segnavia per orientarsi nella fitta boscaglia, ma soprattutto per individuare il punto esatto della sepoltura.

Un elemento - se la carcassa dell'auto fosse stata posizionata proprio per questo motivo - discordante con le “tecniche” delle cosche che, al contrario, hanno tutto l'interesse a far sparire definitivamente i corpi delle vittime, a cancellarne la memoria. Eppure nei boschi di Gerocarne, spesso crocevia di cruenti agguati e di regolamenti di conti, qualcuno ha segnato il punto in cui si trovava il cadavere dell'uomo rinvenuto mercoledì scorso dagli uomini della Squadra mobile e dalla Procura di Vibo. Una circostanza che restringerebbe di molto il raggio sull'identità della vittima.

L'edizione integrale dell'articolo è disponibile sull'edizione cartacea della Gazzetta del Sud - edizione di Cosenza

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