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Dal Vibonese a Sydney, divisi dal Covid: odissea senza fine di una mamma col suo bambino

Carmelina Ciampa

Mentre la tv annuncia che l’Australia ha esteso il blocco degli ingressi fino al 31 gennaio, Carmelina sta disegnando sulle scatole in cui le portano il cibo assieme a suo figlio. È il loro unico contatto umano e Oscar, 4 anni, non ha ben compreso cosa stia succedendo, però ha una gran voglia di riabbracciare il papà e il fratellino. Non li vede da oltre un anno e manca davvero poco alla ricomposizione di questa famiglia divisa dalla pandemia.

La storia di Carmelina Ciampa, giovane mamma calabrese stabilitasi in Australia da qualche anno, l’ha raccontata la Gazzetta un mese fa e, oggi, si avvicina a una lieta conclusione. Lei e Oscar sono a Sydney in un “quarantine hotel”, una delle strutture in cui chi riesce a rientrare deve trascorrere 14 giorni di isolamento.

Fino ai primi di novembre erano bloccati nel Vibonese, a Serra San Bruno, dove si trovavano da ottobre 2019 perché Carmelina era tornata ad assistere la madre malata, venuta poi a mancare lo scorso agosto. Dopo la sofferenza e il lutto, le stringenti regole imposte dal governo australiano hanno impedito loro di tornare a casa. Così Carmelina si è unita alle migliaia di persone che lottano contro il Travel cap – il blocco che impedisce agli stessi australiani di tornare nel loro Paese – e ha reso nota la sua vicenda.

Quando l’hanno appresa, moltissimi compaesani le hanno manifestato vicinanza. Se n’è interessato anche un deputato eletto all’estero, Nicola Caré. E alla fine, dopo aver speso 10mila dollari in biglietti aerei sempre annullati, il 4 novembre è riuscita a tornare. Fino a venerdì lei e Oscar dovranno rimanere in hotel e, se anche il secondo tampone risulterà negativo, potranno prendere l’aereo per Melbourne e riunirsi all’altra metà del loro cuore.

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