Su ordine della Procura è stato eseguito un sequestro preventivo da parte dei militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro, di 37.682,80, emesso dal gip del Tribunale di Catanzaro Filippo Aragona, nei confronti di Claudio Parente (classe ’56), fino allo scorso gennaio consigliere regionale della Calabria e presidente del gruppo consiliare di “Forza Italia”, indagato per i delitti di peculato e corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio (artt. 314, 319 e 321 cod. pen.).
L’indagine, diretta dal sostituto procuratore Graziella Viscomi con il coordinamento del procuratore aggiunto Giancarlo Novelli e del procuratore della Repubblica Nicola Gratteri, vede coinvolti anche due consiglieri comunali di Catanzaro, Francesco Gironda (classe ’68) e Giuseppe Pisano (classe ’77), iscritti nel registro degli indagati per corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio e scaturisce da due avvenimenti solo apparentemente non collegati fra loro.
Il primo è l’approvazione di una delibera del consiglio comunale di Catanzaro (la n. 95/2018), con la quale il 13 settembre 2018 l’assise municipale deliberava favorevolmente (con il voto conforme anche di Gironda e Pisano) la cessione di un terreno di proprietà comunale all’associazione interregionale “Vivere Insieme”, operante principalmente nel settore dei servizi sanitari in convenzione.
L’altro è l’assunzione, a opera di Parente, del fratello del consigliere Gironda e della convivente del consigliere Pisano quali suoi collaboratori a tempo determinato nell’ambito della struttura speciale a sua disposizione presso il consiglio regionale.
Gli approfondimenti investigativi, operati dal nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia Finanza di Catanzaro, mettono in relazione i due avvenimenti nel quadro di un accordo corruttivo fra i tre indagati: Parente è, infatti, risultato essere amministratore de facto di “vivere insieme”, nel cui interesse la delibera 95/2018 era stata votata, mentre Gironda e Pisano risultano aver assecondato i desiderata di Parente, ottenendo come contropartita l’assunzione dei due congiunti nella struttura speciale dell’ex consigliere regionale.
Al fine di ricompensare i consiglieri comunali, il parente si è quindi appropriato dei fondi regionali destinati al reclutamento di personale da adibire alla propria struttura speciale, utilizzandoli indebitamente per remunerare il fratello e la convivente dei due consiglieri comunali.
La somma oggetto di sequestro, pari a 37.682,80, costituisce quindi il profitto del delitto di peculato realizzato da Parente e corrisponde al totale dei compensi erogati dal consiglio regionale della Calabria ai due congiunti di Pisano e Gironda, nell’ambito dell’incarico indebitamente conferito loro da Parente.
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