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Simeri Crichi, “Basta vittime” scrive alla Corte europea: autovelox sulla 106 solo per fare cassa

Il giudice, accogliendo il ricorso presentato da un cittadino, ha dichiarato illegittima la contravvenzione in quanto effettuata sulla corsia opposta a quella dove è installato l’apparecchio

Il cartello che segnala l'autovelox a Simeri Crichi

L’organizzazione di volontariato “Basta vittime sulla strada statale 106” ha deciso di proporre un ricorso alla Corte Europea dei diritti dell’uomo con l’intento di «intraprendere un’azione legale di rilievo internazionale al fine di ottenere una condanna esemplare che possa divenire da monito a quelle Amministrazioni comunali che pur di fare cassa utilizzano in modo inopportuno il tema della sicurezza stradale».  La decisione è stata resa nota dopo la sentenza con la quale il giudice di pace che ha accolto il ricorso di un cittadino sull’autovelox installato sulla strada statale 106 nel comune di Simeri Crichi, sulla costa ionica catanzarese. Una sentenza che, secondo la stessa associazione, «merita una riflessione profonda». Nello specifico, il giudice, accogliendo il ricorso presentato da un cittadino, ha dichiarato illegittima la contravvenzione in quanto effettuata sulla corsia opposta a quella dove è installato l’apparecchio e ha condannato il Comune a rifondere il cittadino multato. Da mesi lo stesso autovelox è al centro di una continua polemica perché, secondo i contestatori, installato in una zona dove non serve per garantire sicurezza alla circolazione, ma è utilizzato per fare cassa da parte del Comune. Tesi sempre respinta dallo stesso ente comunale, che continua ad evidenziare la pericolosità del tratto interessato e quindi la necessità di intervenire sulla sicurezza.

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