La pax mafiosa siglata all’ombra della Cittadella. È quanto svelato ieri dal collaboratore di giustizia Santino Mirarchi sentito nel maxi processo Scott Rinascita. L’ex esponente della criminalità organizzata catanzarese ora pentito ha svelato come i grandi appalti pubblici avvenuti negli ultimi anni nel capoluogo siano serviti per sancire la pace tra i Grande Aracri di Cutro e gli Arena di Isola Capo Rizzuto. Mirarchi ha fornito anche l’elenco delle opere pubbliche su cui i clan sarebbero riusciti a mettere le mani e a spartirsi i soldi, a partire proprio dalla nuova sede degli uffici della Regione Calabria a Germaneto, passando poi per il porto di Lido, la metropolitana e soprattutto la variante della statale 106. «Una pace per fare affari», ha sintetizzato ieri il collaboratore, il quale ha aggiunto «c’erano grosse gare d’appalto e ci è stato detto che non potevamo fare omicidi o attirare l’attenzione sulla città di forze dell’ordine e magistratura». Così sarebbe stato deciso di dividere i proventi delle grandi estorsioni imposte ai cantieri delle opere pubbliche per tutte le famiglie della zona compresi gli Anello di Acconia di Curinga, i clan di Vallefiorita e Roccelletta di Borgia.
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