Il Tribunale del Riesame non concede attenuanti e rigetta il ricorso connesso con il sequestro preventivo delle villette di Caminia, etichettate come abusive dalla Procura della Repubblica di Catanzaro. Per gli occupanti delle abitazioni il doppio danno di dover pagare anche le spese procedurali, senza la prospettiva di poter rientrare in possesso degli immobili sequestrati. Si apre un nuovo capitolo nella vicenda intricata legata alla costruzione di manufatti su un terreno demaniale che per anni il Comune di Stalettì ha considerato proprio, arrivando negli anni ‘60 a invitare gli abitanti del borgo ionico a costruirci sopra. Un grande equivoco emerso all’esito della vicenda che ha contrapposto l’ente al Demanio a cui è stata riconosciuta la paternità dell’area. Da qui i solleciti di sgombero a cui nessuno ha mai dato seguito fino a quando un dispiegamento di forze dell’ordine senza precedenti, ha sequestrato quello che i magistrati hanno definito un «ecomostro diffuso che nonostante sollecitazioni giudiziarie, da anni si erge sul demanio, su un terreno incontestabilmente pubblico».
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