Tutti lo sanno ma molti fanno finta di non vedere. Eppure la piaga dell’usura è un fenomeno diffuso in città, tanto da essere ormai considerato storico. L’allarme è stato rilanciato dalla Direzione investigativa antimafia che, nella relazione semestrale resa nota nei giorni scorsi, dedica un passaggio significativo agli «ingenti flussi finanziari» che lo strozzinaggio e le estorsioni generano nel Catanzarese. Si tratta di fenomeni, sottolinea la Dia, che continuano a rappresentare uno strumento che le mafie usano «per controllare in modo capillare le aree di competenza attraverso la pressione impositiva del pizzo esercitata sulle attività commerciali ed imprenditoriali».
Non solo, dunque, sono le pratiche con cui i clan della ’ndrangheta si infiltrano nell’economia legale «attraverso la progressiva acquisizione di imprese “pulite”», ma la loro «conseguenza inevitabile» è che ci sia una «forte alterazione della libera concorrenza».
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