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Pizzo, alzata di scudi per salvare “La Nave”. Il proprietario spera di bloccare le ruspe

Appello di Ceravolo ai commissari: si crei lavoro non lo si distrugga

Il ristorante “La Nave” a Pizzo

Si cerca di alzare il tiro in nome della legalità. E la triade commissariale punta, come accennato sulle colonne della Gazzetta del Sud di ieri, alla lotta all’abusivismo. Lo fa anche per porre un argine, visto che il fenomeno non è esclusivamente datato, ma prosegue incessantemente. A tal proposito Antonio Reppucci, Giuseppe Di Martino e Antonio Corvo possono contare su un quantum alquanto cospicuo per eseguire le demolizioni e poi rivalersi su chi ha commesso gli abusi. Ci sono infatti ben 100mila euro a disposizione. La maggior parte dei napitini è d’accordo sul pugno di ferro, ma se plaude all’iniziativa forte e perentoria che mira a rimuovere i ruderi che si trovano sul mare, qualche voce si è elevata in merito all’ex ristorante “La Nave” finito nell’elenco delle opere abusive da demolire. Sarà che quel locale ha segnato la storia della città o sarà anche per la sua forma caratteristica che ben si sposa coi luoghi, ma sono in numerosi a chiedere di percorrere un’altra strada piuttosto che raderlo al suolo. Oltre che a sperare che il proprietario regolarizzi, aprono ad un’altra possibilità: che l’Ente acquisisca nel patrimonio comunale la struttura e la destini per un uso collettivo, quale museo del mare o sede culturale.

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