«Piena fiducia» nell’assessore, Antonio Scandale, come amministratore, professionista e uomo. Da un lato c’è il sindaco di Crotone, Vincenzo Voce che difende a spada tratta il titolare della delega al Bilancio finito al centro di un’inchiesta della Procura con altre due persone, con l’accusa di truffa ed altri reati societari; dall’altro c’è chi come Fratelli d’Italia chiede la rimozione di Scandale dalla giunta: «E’ un dovere morale, per chi guida l’amministrazione – osserva il dirigente di FdI Giovanni Iaconis - sollevare dall’incarico l’assessore imputato con l’augurio di una rapida e positiva risoluzione della vicenda processuale».
Nei confronti dell’assessore è scattata un’imputazione coatta disposta dal giudice delle indagini preliminari in merito a due operazioni finanziarie, avvenute tra il 2015 e 2016, della “Limelight 2 Srl”, la società della quale Scandale era «amministratore di diritto». Un procedimento avviato su querela della presunta parte offesa
«Ho appreso dell’esistenza di un provvedimento relativo alla fase embrionale di un procedimento penale – scrive il primo cittadino in una nota - emesso a seguito di due richieste di archiviazione da parte della Procura della Repubblica». Dopodiché, aggiunge, «ne ho preso atto e ripongo la massima fiducia nell’operato degli organi inquirenti rispetto ad una vicenda che non ha nulla a che vedere con l’operato amministrativo dell’assessore e che attiene a fatti esclusivamente privatistici». Non solo. Voce precisa che «a ciascun candidato» delle sue liste, «a ciascun collaboratore» dello staff che l’affianca, e «a ciascun membro della Giunta» ha chiesto «copia di un certificato di carichi pendenti e un certificato dal casellario giudiziale».
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