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Vibo, il racconto di Mantella: medici al servizio dei clan

Il collaboratore di giustizia narra del ricovero fasullo nell’ospedale di Tropea per evitare l’arresto

Ospedale di Tropea

Un intero reparto di un ospedale pubblico piegato al servizio del boss. Esami manomessi, malattie inventate e ricoveri fasulli, tutto per garantire la libertà agli affiliati. A raccontarlo è il boss vibonese, ora collaboratore di giustizia, Andrea Mantella che punta il dito contro insospettabili professionisti, alcuni medici e un avvocato che non esita a definire «uno di noi» anzi «organico ai Mancuso». Le dichiarazioni del boss secessionista sono contenute negli atti dell’inchiesta Chirone coordinata dalla Dda di Reggio Calabria che nei giorni scorsi ha coinvolto 14 persone e ha svelato l’infiltrazione nella sanità pubblica delle famiglie Tripodi e Piromalli. Lo stesso Mantella ha raccontato di aver utilizzato i medici al servizio del casato di ‘ndrangheta di Gioia Tauro per sfuggire al carcere. Il collaboratore ha spiegato che temendo di essere raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare per l’operazione Goodfellas aveva iniziato a muoversi «sotto il profilo delle certificazioni false per attestare un'incompatibilità con lo stato detentivo».

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