Confermato il regime del carcere duro (41 bis dell’ordinamento penitenziario) per il boss delle Preserre vibonesi, Bruno Emanuele, 49 anni, di Ariola di Gerocarne. La decisione è del ministro della Giustizia che ha preso atto di alcune informative inviate al Ministero dalla Dia (Direzione investigativa antimafia) e del Comando generale dell’Arma dei carabinieri. Emanuele è stato ritenuto soggetto pericoloso e capace di mantenere anche dal carcere rapporti con l’esterno, per recidere i quali si è deciso di inasprire per lui la detenzione con il carcere duro.
Il boss è stato condannato in via definitiva all’ergastolo per gli omicidi dei fratelli Vincenzo e Giuseppe Loielo di Gerocarne, uccisi nel 2002, e poi per gli omicidi a Cassano Ionio di Nicola Abbruzzese e Antonino Bevilacqua. È stato condannato, inoltre, a 24 anni di carcere per associazione mafiosa, narcotraffico, estorsione ed armi nel processo nato dall’operazione antimafia «Luce nei bischi». I collaboratori di giustizia hanno raccontato di un piano per far evadere Bruno Emanuele.
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