La percentuale che gli imprenditori dovevano pagare al giovane boss di Vallefiorita Gennaro Felicetta, 29 anni, per assicurarsi la cosiddetta “tranquillità ambientale” era del 5% sull’importo complessivo dell’appalto ottenuto. È quanto emerso dalle pagine dell’ordinanza di misura cautelare emessa dal gip di Catanzaro nell’ambito dell’operazione “Pneus”, eseguita dai carabinieri del Comando provinciale, che ha svelato un soffocante sistema estorsivo messo in piedi dai referenti della cosca Bruno di Vallefiorita ai danni degli imprenditori.
In carcere quindi sono finiti Gennaro Felicetta e Danilo Vitellio di 41 anni, mentre è stato posto agli arresti domiciliari il 38enne Fabrizio Olivadoti. I tre soggetti sono gravemente indiziati in relazione a condotte estorsive, tentate e consumate con modalità mafiose, ai danni di imprenditori sia locali, sia provenienti da altre province calabresi e operanti nel territorio di riferimento.
Dopo la maxi retata dell’operazione “Jonny” eseguita 2017, le famiglie ’ndranghetistiche si sono riorganizzate con l’emergere di nuove figure che hanno preso le redini della gestione degli affari illeciti. Felicetta, nipote di Francesco Bruno (attualmente detenuto), agiva in tandem con Danilo Vitellio, 41 anni, che si faceva portavoce con le vittime delle richieste estorsive del giovane boss.
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