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Farmabusiness: a Catanzaro "Tutti si mettono subito a disposizione"

Nuovi particolari del verbale rilasciato da Giovanni Abramo e allegato agli atti dell’inchiesta Farmabusiness

«Una volta che noi siamo su Cutro, che noi andiamo a chiedere un piacere a qualche altro paese, dottò, si mettono subito a disposizione, non ce ne sono problemi». Con queste parole Giovanni Abramo, genero del boss Nicolino Grande Aratri, descrive al pm Domenico Guarascio che lo interroga la capacità della cosca di controllare il territorio, la sua economia e in alcuni casi anche la politica.

Il 21 gennaio scorso il luogotenente del boss curtese ha chiesto e ottenuto di parlare con i magistrati della Dda di Catanzaro. Al centro del colloquio quanto emerso dall’inchiesta Farmabusiness che ha svelato il tentativo del clan di infiltrarsi nel settore farmaceutico.

Abramo è tra le 24 persone che devono rispondere a vario titolo di associazione mafiosa, concorso esterno, scambio elettorale politico-mafioso, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, detenzione illegale di armi, trasferimento fraudolento di valori, tentata estorsione, ricettazione, violenza o minaccia a un pubblico ufficiale e intestazioni fittizia di beni. Il progetto della cosca era di realizzare una sorta di monopolio dei farmaci in Calabria, creare cioè un ingrosso a cui si sarebbero dovute rivolgere le farmacie del territorio per rifornirsi.

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