Carenze croniche e precarietà strutturali. Lungo questo binario cammina la Sanità vibonese che, nonostante gli sforzi immani di medici e operatori sanitari, non riesce a superare il gap che la separa da altri presìdi che invece garantiscono servizi qualitativamente efficienti. A dare il senso della difficoltà con cui i sanitari sono costretti a operare è il Pronto soccorso, porta d’accesso dello Jazzolino, che vive una perenne emergenza, con carichi di lavoro non più sostenibili. Il caos non accenna a diminuire neppure durante le ore notturne. Medici e infermieri sono costretti a lavorare al “cardio palma” per garantire i livelli essenziali di assistenza. «Con questa tensione – rileva un medico – rischiamo di sottovalutare persino la gravità di alcune patologie». Soprattutto in questo particolare periodo il reparto viene messo a dura prova dall’allarme coronavirus. E così il triage scoppia di gente. Il personale deve invece fare slalom incredibili mentre ogni malato urla la propria disperazione o si lamenta per l’attesa, il trattamento e la carenza di sanitari. «Ieri sera – commenta un paziente – c’era un solo medico e ho dovuto attendere ore prima di essere chiamato».
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