Le dita ancora tremano e gli occhi si riempiono di lacrime nello scrivere. Perché le notizie dell'emergenza in Afghanistan ci stanno bombardando in questi giorni ma, quando di fronte hai 4 donne afgane che ti raccontano quanto vissuto con la voce rotta dalla tristezza ma con lo sguardo luminoso e speranzoso verso il futuro, allora la narrazione dei fatti non può che essere intrisa dalle emozioni provate. Lina, Ferishta, Zohra, Fahima, sono 4 giovani donne tra i 22 e i 32 anni. Sono belle, emancipate, istruite. In un gruppo di 75 persone – quelle attualmente ospitate in un albergo Covid nella provincia di Catanzaro – non so se sono io a scegliere loro o viceversa ma viene d'istinto mettersi da parte e parlare e, quindi, chiedere.
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