Il ferito non solo non ha fornito elementi utili alle indagini, ma ha addirittura negato di essere stato sparato. E il copione dell’omertà sarebbe stato anche rappresentato dalle persone trovate, sabato notte, tra via Marconi e piazza Morelli nei pressi del luogo dove è avvenuto il tentato omicidio di un 32enne, teatro qualche ora prima di una rissa tra due gruppi.
Hanno alzato il sipario su un palcoscenico a dir poco inquietante le indagini di Procura e carabinieri scattate in seguito al grave episodio verificatosi nella notte tra sabato e domenica scorsi. Il massiccio dispiegamento di forze – in meno di 48 ore sono state effettuate oltre 30 perquisizioni e numerosi sono stati i posti di blocco tra Vibo e Cessaniti e tra quest’ultimo centro e Briatico – ha indotto Francesco Barbieri, 20 anni, di Pannaconi, a costituirsi (il giovane si è presentato lunedì notte al Comando provinciale accompagnato dall’avv. Giuseppe Bagnato) ma ciò non ha scalfito la gravità e complessità della situazione emersa dall’attività sul tentato omicidio.
In pratica quanto accaduto tra via Marconi e via Bruzzano, nei pressi di piazza Morelli, va ben oltre un acceso diverbio per questioni di parcheggio, nel senso che due ore prima degli spari la zona centrale di Vibo era stata teatro di una rissa tra due gruppi di persone, alcune delle quali cercavano di dividere, mentre altre fomentavano. Placati, si fa per dire, momentaneamente gli animi nell’intervallo delle successive due ore – secondo la ricostruzione degli inquirenti – il giovane fermato per tentato omicidio si sarebbe armato per poi usare la pistola (una cal. 7,65 illegalmente detenuta) quando iniziavano a volare di nuovo scintille.
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