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Il grande cuore di Dasà: raccolti oltre 6mila euro per il rimpatrio della salma di Alkali Njie

La salma del giovane gambiano deceduto nei giorni scorsi sarà rimpatriata giovedì mattina da Catania

«Sono profondamente commosso e con il cuore pieno di gioia». È il commento del parroco di Dasà, don Bernardino Comerci, di fronte alla straordinaria cifra che la comunità è riuscita a raccogliere per il rimpatrio della salma di Alkali Njie, il quarantenne extracomunitario deceduto per infarto una decina di giorni fa.

È di oltre seimila e seicento euro, infatti, la somma che, grazie a varie iniziative, si è riusciti a racimolare per coprire le spese del viaggio, quelle funerarie e inviare ciò che rimane alla madre, che vive nel piccolo villaggio di Sintet, in Gambia.

Il grosso dell’ammontare è stato raccolto dalla parrocchia, oltre 3000 euro da un’apposita cassetta delle offerte (comprendente anche i contributi delle due confraternite del paese, dell’associazione culturale e di Piero Tripodi, un residente che aiuta gli extracomunitari nelle loro necessità), oltre 1500 dai bonifici sul conto della stessa istituzione religiosa e il resto da “Aquila Rossa” (oltre mille euro), parrocchia di Acquaro (600), cassetta offerte alla locale Crai (oltre duecento euro).

Per quanto riguarda il viaggio di rientro, più nel dettaglio, se ne sta occupando il sindaco, Raffaele Scaturchio, nella sua veste di impresario di pompe funebri. Manca ancora la raccomandata con l’autorizzazione da parte dell’ambasciata gambiana di Milano, che è in viaggio, ma è già stato prenotato un volo cargo diretto da Catania con la “Turkish Airlines” per il primo pomeriggio di giovedì 4 novembre al costo di 1773 euro. Molto meno costoso che farlo partire da Lamezia con la previsione di vari scali e un costo stimato di oltre 5 mila euro. Questo consentirà, come detto, di poter inviare ciò che rimane alla famiglia, coperte le altre spese, visto che Alkali non lo potrà più fare.

Un grande cuore, dunque, ha dimostrato la comunità di Dasà e quella del vicino Acquaro. Un cuore che ha reso orgoglioso don Bernardino, che ha parlato di «raccolta eccezionale, anche perché non si trattava di una persona del paese, come altre volte accaduto, ma di un ragazzo extracomunitario, e questo è segno di una grande maturità. Segno di un paese e di un territorio – ha sottolineato il parroco, promotore dell’iniziativa insieme ai referenti di “Aquila Rossa” - solidali, accoglienti, per nulla razzisti e sensibili verso le problematiche di questi nostri fratelli che fanno un lungo e difficile viaggio per arrivare da noi alla ricerca di un futuro migliore».

Una ricerca di futuro che purtroppo per Kali, come era noto in paese, dove era molto stimato per il suo prestarsi a piccoli lavoretti in campagna, si è fermata nel momento esatto in cui il suo cuore ha smesso di battere. Il 4 novembre, giorno in cui si commemorano i caduti, farà il suo viaggio di rientro: l’ultimo per un giovane anch’egli caduto in una “guerra” combattuta in una terra lontana per una vita migliore.

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