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La Chiesa di Catanzaro riparte da un vescovo fiorentino

Una scelta che ha sorpreso la comunità religiosa e arrivata in un periodo particolarmente travagliato per la Curia del capoluogo

Papa Francesco ha scelto un vescovo fiorentino per voltare pagina nella Curia catanzarese. Una scelta non casuale quella del Pontefice, destinata a rappresentare uno spartiacque rispetto a un passato segnato da tensioni e sospetti. Monsignor Claudio Maniago può essere annoverato tra i presuli più vicini a Bergoglio, non è un caso che il Papa, proprio di recente, lo abbia indicato come rappresentante ufficiale della Santa Sede nella Congregazione per il Culto divino e la Disciplina dei sacramenti, Dicastero guidato fino al 20 febbraio scorso dal cardinale Robert Sarah.

A Maniago, tra i supervisori della nuova traduzione italiana del Messale, era stato affidato il compito di avviare una consultazione interna per la scelta di del nuovo capo Dicastero. Un inedito, insomma. Mai era accaduto, ad esempio, con i recenti avvicendamenti dei prefetti alle Congregazioni per l’Evangelizzazione dei Popoli o per le Cause dei Santi. «Evidentemente c’era qualcosa da mettere in ordine all’interno», hanno spigato fonti curiali subito dopo la designazione.

Lo stesso ordine, adesso, monsignor Maniago dovrà riportarlo all’interno della Diocesi Catanzaro-Squillace, che quest’anno compie 900 anni di vita, dopo le dimissioni del vescovo Vincenzo Bertolone. Una scelta che ha sorpreso la comunità religiosa e arrivata in un periodo particolarmente travagliato per la Curia del capoluogo. Il punto di rottura sarebbe da ricercare nella soppressione del radicato Movimento apostolico - in un periodo è arrivato a contare su circa 50 parroci - decisa a fine giugno dalla Congregazione per la dottrina della fede. Bertolone, che fino a qualche tempo fa ha ricoperto pure l’incarico di presidente della Conferenza episcopale calabra, è andato via parlando di «martirio a secco», facendo intendere una situazione certo non serena nel clero catanzarese.

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