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Crotone, la famiglia Spagnolo era pronta a reperire la cocaina dai rom

I retroscena dell’operazione della Dda sullo spaccio nel centro storico di Crotone. Cambio obbligato di strategia a seguito degli arresti dei La Forgia. Forti dissidi scoppiati sulla gestione della vendita ai “300 alloggi”

I rapporti tra i gruppi addetti alla vendita di stupefacenti a Crotone non sempre sono stati pacifici. Su tutti, c’è il contrasto originatosi a giugno 2020 tra Claudio Ivan Covelli, zio materno dei fratelli Spagnolo, «le cui mire espansionistiche» nel rione dei “300 alloggi” nel controllo dello spaccio «avevano innescato la concorrenza con un altro spacciatore del medesimo quartiere individuato in Fabio Torromino (arrestato a luglio scorso dai carabinieri, nda)». E «proprio per tale motivo», scrivono i pm dell’Antimafia di Catanzaro Paolo Sirleo e della Procura ordinaria Pasquale Festa, Covelli s’era procurato «un’arma», una “Kolter Guard 4” calibro 22, che aveva nascosto «all’interno dell’abitazione». Ma il 10 agosto 2020, nel corso di una perquisizione, la pistola venne trovata dai militari dell’Arma insieme a 18,32 grammi di cocaina, 38,22 grammi di eroina e 9,21 grammi di marijuana, così da far scattare le manette per Covelli. Emergono nuovi dettagli dalle carte dell’inchiesta che l’altra mattina ha portato all’esecuzione di 13 misure cautelari (tra le quali l’arresto di Covelli) nell’ambito dell’operazione antidroga condotta dai poliziotti della Squadra mobile di Crotone contro il giro di spaccio messo in piedi dalla famiglia Spagnolo, che aveva come epicentro il centro storico.

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