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Omicidio Trovato, le inchieste che hanno smantellato i clan lametini

Dall’operazione “Medusa” contro i Giampà ad “Andromeda” contro gli Iannazzo

Giuseppe Giampà

Dopo le tre guerre di mafia che hanno insanguinato la città tra gli anni ’80 e il primo decennio del nuovo millennio, Lamezia è ricaduta nell’incubo della violenza. Tra il 2000 e il 2011 sono stati commessi oltre 50 omicidi. Poi, nel giugno del 2012, è arrivata l’inchiesta “Medusa” contro capi e gregari della cosca dei Giampà. Coordinata dalla Dda di Catanzaro, l’operazione vide coinvolti 120 agenti di Polizia, 100 carabinieri e 60 finanzieri. Che arrestarono 34 persone per associazione mafiosa, estorsione, usura, danneggiamento, armi e favoreggiamento. Dal boss Francesco Giampà, il “professore”, al figlio Giuseppe – che si è poi pentito – fino agli altri componenti di quella che gli inquirenti definirono la «commissione». Finirono dentro anche molti affiliati tra i quali fu inserito Claudio Paola, all’epoca 26 enne, che fu poi condannato a 7 anni. “Medusa” era stata preceduta dall’operazione “Deja vu” e seguita da un’altra di portata storica, “Perseo”, che a luglio del 2013 coinvolse oltre 60 persone. Tra queste c’era anche Luigi Trovato, ucciso lunedì sera in una sparatoria che avrebbe potuto provocare un bilancio anche più pesante. Come Paola, anche i Trovato sono stati spesso collocati dagli inquirenti come nell’orbita del clan Giampà, benché a dicembre siano stati assolti in “Perseo”. L’interlocuzione e il monitoraggio della Dda di Catanzaro non mancano alla luce del profilo di vittime e presunti assassini.

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