«È normale che l’Anas adotti delle contromisure rispetto a un lavoro quando questo viene fatto male». Si dice tranquillo perché già rassicurato dalla società il sindaco Sergio Abramo in merito a quanto emerso dall’inchiesta “Brooklyn” sui lavori di manutenzione straordinaria in corso da qualche anno sul Ponte Morandi. La perizia che la Procura ha chiesto all’ingegnere Vincenzo Esposito mette in evidenza diverse potenziali criticità derivanti dalla qualità dei materiali utilizzati dalla ditta incaricata dell’esecuzione dei lavori. Le analisi del professionista messe nero su bianco nella relazione depositata al sostituto procuratore Veronica Calcagno - e delle quali la Gazzetta del Sud si è occupata ieri - parlano di malta che si stacca con le mani, armature ossidate e diffusi fenomeni di carbonatazione del calcestruzzo, un processo chimico che rischia di incidere negativamente sulla durata delle strutture.
Il timore del consulente è che la qualità dei materiali e degli interventi realizzati possa non aver eliminato ogni traccia del degrado che, quindi, potrebbe ripresentarsi in breve tempo, anche a causa di fessurazioni già rilevate dal tecnico. L’analisi del professionista è ora anche al vaglio dei periti nominati dal collegio difensivo, che produrranno le loro controdeduzioni.
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