La maggior parte delle segnalazioni arrivano dal litorale di Pizzo, ma mugugni si colgono un po’ ovunque. Controlli, task-force e monitoraggi, infatti, non bastano o sono insufficienti a garantire almeno una sufficiente balneazione. Da Pizzo in poi, passando per Bivona e andando oltre, la situazione si ripete. Quasi una maledizione. La realtà mette a nudo altre illegalità. La mattina il mare, almeno all’aspetto, si presenta pulito e cristallino, ma intorno alle 12-12,30 la metamorfosi, con chiazze di natura “non meglio identificata”, buste galleggianti e quant'altro. Insomma il solito schifo, che a quanto pare continua a non far arrossire nessuno.
I bagnanti infastiditi il più delle volte, chiudono l’ombrellone, quasi il sopraggiungere della “sporcizia a galla” decreti il termine della giornata balneare lungo un tratto di costa borderline. A Pizzo, inoltre, già si colgono le avvisaglie della non proprio profumata e innocua “fioritura algale” mentre una patina oleosa si fa insidiosamente avanti. La patina inizia già dalla spiaggia Malfarà e man mano si estende passando dall’arenile di località Marinella ed oltre. «Circa un paio di settimane fa – racconta Nicky Iannuzzo, il primo ad aver presentato un esposto in Procura – dal canale si sentiva un forte odore di candeggina... Settimana scorsa scendeva schiuma tipo sapone, perché “profumava”».
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